Gli Accordi di Osimo nella realtà e nel diritto – Un trattato da non ratificare

IL TRATTATO DI OSIMO NEL DIRITTO
Se l'esame del Trattato di Osimo nella realtà presenta tanti interrogativi e si presenta tanto assurdo e paradossale nell'interesse di Trieste, dell'Italia e per la causa della Pace e dei buoni rapporti fra i popoli, quando si passa all'esame dello stesso dal punto di vista del diritto gli interrogativi aumentano ed aggravano fortemente il giudizio negativo sullo stesso sia per il MODO ANOMALO E PRESSIONI INAMISSIBILI CON CUI SI E' GIUNTI ALLA SUA STIPULAZIONE, SIA PER LA VIOLAZIONE DEI FONDAMENTALI PRINCIPI DI DIRITTO E DELLE NORME COSTITUZIONALI VERIFICATESI NEL CORSO DELLA SUA FORMAZIONE, SIA PER IL SUO CONTENUTO CHE VIOLA IL TRATTATO DI PACE, GLI ACCORDI INTERNAZIONALI, I DIRITTI DELL'UOMO APPROVATI DALL'ASSEMBLEA DELLE NAZIONI UNITE IL 10/12/1948 E LO STESSO ART. 1 DELLA CARTA DELL'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE.
A ciò si aggiunge la PREVISIONE data per certa in sede politica, che LA LEGGE DI RATIFICA NON VERREBBE APPROVATA CON LA PROCEDURA SPECIALE NECESARIA PER LE LEGGI DI CARATTERE COSTITUZIONALE – QUALE CERTAMENTE ESSA E' – RENDENDO COSI' PRIVA DI QUALSIASI VALORE GIURIDICO UNA TALE RATIFICA.

INVALIDITA' E ILLEGALITA' DEL TRATTATO DI OSIMO

Le invalidità e l'illegalità del Trattato di Osimo sono dovute fra l'altro i seguenti fatti:

1) L'AUTORIZZAZIONE PRELIMINARE DEI DUE RAMI DEL PARLAMENTO, COSTITUENTE IL PRESUPPOSTO DEL DETTO TRATTATO, E' GIURIDICAMENTE RADICALMENTE INVALIDA IN QUANTO E' STATA RICHIESTA ED OTTENUTA IN CONDIZIONI CHE HANNO COARTATO IN MANIERA ASSAI RILEVANTE LA LIBERA VOLONTA' DI MOLTI PARLAMENTARI O HANNO DETERMINATO IN MOLTI DI ESSI UN INADEGUATA ED ERRONEA CONOSCENZA DEL CONTENUTO DELLA DECISIONE E DELLE SUE CONSEGUENZE.

In particolare si ricorda quanto segue:

A) PER CIO' CHE RIGUARDA I FATTI CHE HANNO COARTATO LA LIBERA VOLONTA' DI MOLTI PARLAMENTARI.

Essi sono di carattere soggettivo ed oggettivo e cioè:

a) DAL PUNTO DI VISTA SOGGETTIVO:
Si ricorda in merito quanto segue:

a) E' notorio e largamente comprovabile che organi o persone estranee al Parlamento, avvalendosi anche dell'opera di membri del Parlamento stesso, hanno compiuto illegittima azione di forte pressione nei confronti di molti Parlamentari in nome della disciplina di partito inammissibile in materia, onde ottenere l'approvazione della mozione presentata dal Governo con cui veniva chiesta l'autorizzazione alla rinuncia di parte del territorio nazionale. Sembra sufficiente citare esemplificativamente alcuni fatti che essendo stati trattati dalla stampa e risultando da atti pubblici, sono notori e sono significativi a dimostrazione delle suddette pressioni e dell'energia impiegata da alcuni organi esterni per imporre la volontà di giungere alla firma e ratifica del Trattato di Osimo: così il caso di numerosi parlamentari (fra cui alcuni assai rappresentativi) che pur essendo dichiarati contrari alla stipulazione di un tale trattato e alla rinuncia dei diritti di sovranità italiana rimasti sulla Zona B dell'Istria, hanno preferito allontanarsi dall'aula al momento della votazione per non contravvenire alle disposizioni superiori; così il caso dell'On. Giacomo Bologna e dell'ing. Giorgio Tombesi (iscritti alla D.C.) che per aver manifestato pubblicamente il loro dissenso al Trattato di Osimo sono stati deferiti ai probiviri del loro partito; così i casi del vicesindaco di Trieste iscritto al P.S.I. Gianni Giuricin, dell'assessore al Comune di Trieste iscritto al P.R.I. notaio Arturo Gargano; dell'assessore provinciale di Trieste iscritto alla D.C. avv. Vinciguerra, i quali tutti, per aver manifestato le loro opinioni contrarie al detto Trattato, sono stati estromessi dalle cariche pubbliche che coprivano o addirittura anche dal partito. Assai significativo è inoltre il fatto che la Segreteria Provinciale della D.C. di Trieste ha addirittura pubblicato un comunicato con il quale dichiara moralmente incompatibile l'appartenenza alla D.C. per chi è oppositore al Trattato di Osimo.
b) Per render più efficaci tali pressioni, controllando apertamente in comportamento dei singoli parlamentari, la votazione ha avuto luogo per appello nominale anziché per voto segreto.

b) DAL PUNTO DI VISTA OGGETTIVO:

La volontà dei Parlamentari è stata, oltre che soggettivamente, anche obiettivamente coartata per il fatto che mentre da un lato veniva ad essi fatta richiesta di autorizzazione a trattare per la stipulazione di un Trattato con cui l'Istria rinunciasse ai suoi diritti rimasti sulla Zona B dell'Istria, dall'altro gli stessi sono stati messi praticamente di fronte a dei fatti compiuti, determinando così in essi la ovvia preoccupazione che una risposta negativa avrebbe implicato gravi conseguenze internazionali, indebitamente influenzando in tal modo la decisione con elementi estranei alla obiettiva valutazione dell'utilità del previsto Trattato. Ciò è avvenuto come segue:

a) contemporaneamente all'anzidetta richiesta di autorizzazione, il Governo jugoslavo, con una simultaneità di azione manifestamente concordata, dava notizia al proprio Parlamento degli accordi per la rinuncia dell'Italia alla Zona B come già raggiunti;
b) mentre era ancora in corso la suddetta discussione alla Camera dei Deputati e quando non aveva avuto ancora inizio la relativa discussione al Senato, entrambe per autorizzare il Governo a continuare le trattative, la stampa dava notizia, il 2 ottobre 1975, che il giorno precedente gli ambasciatori italiano e jugoslavo, con una simultaneità di azione pure manifestamente concordata, avevano informato il Segretario generale dell'ONU, dott. Waldheim, dei già raggiunti accordi per la rinuncia alla Zona B da parte dell'Italia, chiedendo che il Consiglio di Sicurezza ne prendesse atto.