CONCLUSIONI
COL TRATTATO DI PACE PESANTEMENTE SALDATI I CONTI APERTI CON LA GUERRA
A CONCLUSIONE DEL PRESENTE ESAME DEL Trattato di Osimo nella realtà e nel diritto si ritiene opportuno fare alcune considerazioni e trarre delle conseguenze logiche, giuridiche e politiche.
Va innanzitutto ricordato che fin dall'immediato dopoguerra (1945) l'Italia aveva ritenuto di accelerare la stipulazione di un TRATTATO DI PACE (1947) PAGANDO TUTTI GLI SCOTTI CHE OCCORREVA PAGARE PURCHE' FOSSE POSTA LA PAROLA FINE AI SUOI DEBITI E COLPE VERSO I VINCITORI E PERCHE' I RAPPORTI INTERNAZIONALI POTESSERO RIPRENDERE IN PIENA NORMALITA' SENZA SUOI CONTI APERTI IN SOSPESO CON NESSUNO DEI BELLIGERANTI. Pur di ottenere prima possibile questi risultati è stato accettato che ciò avvenisse nel momento peggiore quando cioè, essendo da pochissimo tempo cessati i combattimenti, i vincitori, che dovevano decidere le clausole del Trattato e l'opinione pubblica dei loro Paesi, erano ancora animati dal massimo di spirito punitivo per l'aggressione subita e per i dolori e lutti sofferti nella lunga guerra, sia perché d'altra parte l'Italia si trovava in condizioni di particolare sfavore vuoi morale, per la sua posizione di accusata colpevole e vinta, vuoi per lo stato di estrema debolezza materiale, politica ed economica conseguente alla disfatta. Tant'è vero che gli altri Stati vinti, come l'Italia – e cioè il Giappone e la Germania – hanno invece preferito di rimandare nel tempo la stipulazione di un Trattato di Pace per poterlo trattare in migliori condizioni morali, psicologiche, politiche, economiche e di forza in genere.
Nonostante la suddetta situazione del tutto sfavorevole l'Italia – pur avendo dal punto di vista territoriale sacrificato, oltre alle colonie, le città di Briga e Tenda sul confine francese nonché sul confine orientale le province di Dalmazia, Quarnero, quasi interamente quelle dell'Istria e di Trieste e in buona parte quelle di Gorizia – era riuscita a salvare la Zona A di Trieste e la Zona B dell'Istria che erano destinate a costituire il Territorio libero di Trieste e ad ottenere che questo venisse garantito col Trattato di Pace nella sua integrità e indipendenza dallo stesso Consiglio di Sicurezza dell'ONU (v. art. 21) oltre che da tutti i 22 contraenti del Trattato stesso. Il che SIGNIFICAVA CHE DETTO TERRITORIO RIMANEVA SOSTANZIALMENTE ITALIANO DATO CHE LA POPOLAZIONE DELLE DUE ZONE ERA PER OLTRE IL 90% ITALIANA E SI SENTIVA INDISSOLUBILMENTE LEGATA ALL'ITALIA come i fatti successivi, oramai acquisiti alla storia, hanno ampiamente dimostrato.
Da ricordare ancora che l'Italia, nel firmare il detto Trattato, aveva fatto contemporanea ufficiale dichiarazione che da parte sua lo stesso era considerato un Diktat per cui si riservava di chiederne una revisione in futuro, attraverso le vie pacifiche delle trattative diplomatiche. A prescindere del valore pratico di tale riserva rimaneva per essa il grande valore morale e storico nell'affermare che quanto era stato tolto all'Italia non era il risultato di una soluzione secondo Giustizia, bensì il frutto di una imposizione derivata dalla guerra perduta ed il prezzo era pagato, nelle condizioni di debolezza in cui si trovava, affinché gli ex belligeranti accettassero di considerare chiusa con essa la partita.
VALORE E SIGNIFICATO DEL MEMORANDUM
Il "MEMORANDUM" DI LONDRA del 1954 aveva sotto un certo aspetto migliorato per l'Italia tale situazione permettendo che – nella riconosciuta impossibilità di attuare il Territorio Libero di Trieste – l'Italia stessa riprendesse l'amministrazione civile della Zona A che gli anglo-americani non volevano più continuare ad occupare militarmente. Contemporaneamente esso aveva però peggiorato la situazione stessa concedendo che la Jugoslavia continuasse ad amministrare la Zona B non più come occupate militarmente bensì con la sua amministrazione civile.
Il fatto essenziale era però che TALI ACCORDI DEFINITI "DI CARATTERE PRATICO", RIGUARDAVANO SOLO L'AMMINISTRAZIONE DELLE DUE ZONE già destinate a far parte del Territorio Libero di Trieste e non questioni di cessione territoriale a cui non veniva fatto il benché minimo cenno. Tanto che per la forma è stato adottato quella non di un trattato, ma di un semplice "Memorandum" non soggetto a ratifica del Parlamento e la firma è avvenuta con la partecipazione dei 22 firmatari del Trattato di Pace, ma dei soli stati che amministravano militarmente le due Zone (Anglo-Americana e la Zona A e jugoslava la Zona B) con l'Italia titolare della relativa sovranità.
Da rimarcare che un tale Memorandum COMPRENDEVA L'IMPEGNO DI AMMINISTRARE LE DUE ZONE, sia pur da parte di due diversi Stati, CON CRITERI UNITARI IN BASE AI PRINCIPI E NORME STABILITI NELL'UNICO STATUTO SPECIALE ALLEGATO E VALIDO PER AMBEDUE LE ZONE. Ciò aveva evidentemente lo scopo, in effetti in buona parte ottenuto, che TALI ZONE, LE QUALI COSTITUISCONO GEOPOLITICAMENTE UNA UNICA ENTITA' comprendente il porto ed il golfo di Trieste mantenessero il massimo dell'unità culturale, amministrativa ed economica e di conseguenza il massimo di libertà di traffico di persone e cose attraverso la linea che separa due territori soggetti ad un'unica sovranità, anche se amministrati da Stati diversi con analoghi criteri.
I risultati pratici di tale regolamentazione sono stati del tutto favorevoli, senza dar luogo mai ad alcun inconveniente per cui i rapporti fra le popolazioni delle due Zone si erano grandemente sviluppati e quelli fra i due popoli erano divenuti ottimi.
NON ESISTEVANO CONTI IN SOSPESO PER L'ITALIA O UN CONTENZIOSO PER LA ZONA B DELL'ISTRIA.
IN DEFINITIVA QUINDI LA REALTA' INCONTESTABILE ERA LA SEGUENTE:
1) L'ITALIA AVEVA GIA' PAGATO CON IL TRATTATO DI PACE concluso nel momento più sfavorevole, tutti i propri debiti verso i belligeranti.
2) NON ESISTEVA ALCUN CONTENZIOSO FRA L'ITALIA E LA JUGOSLAVIA PER QUANTO RIGUARDA LA ZONA B, dati i ripetuti impegni di rispettare il Trattato di Pace ed il Memorandum.
INTERROGATIVI INQUIETANTI SENZA ALCUNA RISPOSTA ADEGUATA
IN TALI CONDIZIONI perché si rinuncia ai diritti italiani salvaguardati all'Italia dal Trattato di Pace e dal Memorandum sulla Zona B?
PERCHE', nonostante gli impegni di Helsinki per il rispetto delle frontiere oggetto di accordi internazionali già esistenti e subito dopo la firma di questi Accordi, si viene a modificare tale situazione avanzando la frontiera jugoslava al posto della linea di demarcazione e quindi a ridosso del centro urbano di Trieste e nelle acque del suo porto e del suo golfo e dichiarando decaduto il Memorandum?
PERCHE' si è affermato da parte governativa che l'Italia doveva ancora pagare i propri debiti per la guerra perduta e che la Zona B costituiva ancora un contenzioso da definire?
PERCHE' al posto di una situazione di diritto con frontiere certe, stabilite dai detti accordi internazionali e garantiti dall'ONU, aventi carattere di sicurezza e durevolezza come i risultati positivi di oltre venti anni di applicazione hanno dimostrato, si creano nuove condizioni di incertezza giuridica con una frontiera internazionalmente invalida protraentesi in mezzo al porto ed al golfo di Trieste e costituente i presupposti di una situazione per il futuro instabile e pericolosa, come tutti i precedenti analoghi hanno comprovato?
PERCHE' nel fissare la linea di ripartizione delle acque territoriali nel Golfo di Trieste anziché applicare la linea mediana prevista nel Golfo di Trieste anziché applicare la linea mediana prevista dalla pur richiamata convenzione di Ginevra dd. 28 aprile 1958 e anziché chiedere in favore dell'Italia a cui, secondo detta Convenzione, i bassi fondali dalla sua parte, il maggior sviluppo costiero ed il centro urbano di Trieste davano diritto, si è ceduto alla Jugoslavia un'ulteriore importante area di acque spettanti all'Italia secondo la detta linea mediana e proprio quella comprendente i maggiori fondali transitabili per le grosse navi?
PERCHE' si creano con i detti accordi le premesse militari, giuridiche, politiche, economiche ed etniche per una futura capitolazione della città di Trieste in mano straniera?
PERCHE' si vuole mettere tale città in condizioni di gravissimo pericolo per inquinanti ed avvelenamenti idrici ed atmosferici?
PERCHE' so vuol sacrificare l'ambiente ecologico del Carso tutelato da tante leggi e tanto necessario per la vita della popolazione di Trieste?
PERCHE' si pongono a carico dell'Italia oneri pesantissimi, per tante centinaia di miliardi di lire, senza alcun beneficio?
PERCHE' si rinuncia alla protezione internazionale della popolazione e delle istituzioni italiane in Zona B ed ai relativi controlli previsti dal Memorandum?
PERCHE' si stabiliscono clausole che impongono agli abitanti della Zona B l'alternativa o di perdere la propria cittadinanza o di dover sodare dalla terra propria e dei propri avi, in violazione ai diritti riconosciuti nella Dichiarazione sui diritti dell'Uomo approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 10/12/1948?
PERCHE' si vuol stipulare e con tanta fretta un trattato che modifica il Trattato di Pace senza l'accordo contemporaneo degli altri Stati firmatari e quindi in violazione dello stesso?
PERCHE' si cede la Zona B alla Jugoslavia in violazione del diritto all'autodeterminazione dei popoli sancito dall'art. 1 della Carta dell'ONU?
PERCHE' la decisione di giungere alla stipulazione di un tale trattato è stata presa al vertice dei partiti, dopo tante contrarie assicurazioni, ed è stata autoritariamente imposta all'apparato facendo appello alla disciplina di partito con minacce di gravi sanzioni nei confronti dei dissenzienti?
PERCHE' pur di ottenere la stipulazione di tale accordo si è fatto ricorso a tante illegalità e mezzi di pressione e si sono violate norme anche costituzionali, impegni internazionali e verso l'ONU?
PERCHE' si è agito con tanta segretezza e precipitazione nella stipulazione di tali accordi e si rifiutano il dialogo, gli incontri o la discussione con i rappresentanti di organizzazioni od associazioni anche molto rappresentative o con esperti sui vari problemi specifici derivanti dal Trattato?