IL TRATTATO DI OSIMO NEL DIRITTO
B) PER CIO CHE RIGUARDA I FATTI CHE HANNO DETERMINATO IN MOLTI PARLAMENTARI UN INADEGUATA ED ERRONEA CONOSCENZA SUL CONTENUTO DELLA DECISIONE E SULLE SUE CONSEGUENZE, si ricorda quanto segue:
a) il Governo HA OTTENUTO IL VOTO SULLA BASE DI DICHIARAZIONI NO CORRISPONDENTI ALLA REALTA' ED ANZI IN CONTRASTO CON ESSA:
Basti citare alcuni esempi:
aa) SI E' AFFERMATO che occorreva fissare finalmente confini certi al confine orientale al posto di quelli asseritamene incerti. Vero invece che tali confini erano certi in quanto quello jugoslavo in questione era stato fissato in maniera precisa, dettagliata ed esplicita dall'art. 22 del Trattato di Pace ed era anche garantito dalle altre 21 Potenze ex belligeranti firmatarie del Trattato e perfino, a sensi dell'art. 21, dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU. La regolamentazione poi delle Zone A e B destinate a far parte del mai costituito Territorio Libero di Trieste era oggetto di un ulteriore e minuzioso accordo internazionale, il Memorandum di Londra del 1954, il quale aveva dato risultati molto positivi e a nessun inconveniente, per cui la situazione derivante aveva tutte le caratteristiche della durevolezza e stabilità. All'opposto il nuovo confine che verrebbe fissato dal Trattato di Osimo sarebbe internazionalmente invalido in quanto rappresenta una arbitraria ed illegale modifica del Trattato di Pace da parte di due soli dei suoi 22 contraenti. Inoltre, dando esso vita ad un confine fra due Stati ed anzi fra due mondi in mezzo al Golfo ed al porto di Trieste, esso creerebbe una situazione internazionalmente instabile e pericolosa come tanti precedenti del genere nella storia hanno comprovato.
bb) SI E' AFFERMATO che occorreva eliminare un contenzioso fra l'Italia e la Jugoslavia. All'opposto vero è invece che sul detto confine non esiste alcun contenzioso. Ciò deriva non solo dal fatto che la situazione giuridica di detto confine era chiaramente fissata dal Trattato di Pace e dal Memorandum, ma anche dal fatto che ripetutamente sia il Governo italiano che quello jugoslavo, con dichiarazioni sia avanti al proprio Parlamento che congiunte (v. Venezia 10/2/1971) hanno manifestato l'impegnativo accordo di rispettare tutti i Trattati fra essi stipulati fra cui il Trattato di Pace ed il Memorandum di Londra con le relative implicazioni. Per ultimo negli ultimi giorni di luglio 1975 sia l'Italia che la Jugoslavia firmando l'accordo finale della Conferenza per la Sicurezza Europea ad Helsinki si sono reciprocamente impegnate al rispetto degli accordi territoriali esistenti e quindi anche quelli fissati dal Trattato di Pace e dal Memorandum. In tali condizioni parlare della necessità del Trattato per chiudere un contenzioso sulla questione della Zona B costituisce un'affermazione del tutto contraria alla verità. Da notare che se mai esisteva fra l'Italia e la Jugoslavia un contenzioso territoriale esso riguardava non la Zona B dell'Istria bensì le sacche di territorio italiano nel Goriziano – non incippate o anche già incippate – occupate arbitrariamente dalla Jugoslavia nell'occasione del ritiro delle truppe anglo americane. Di tali sacche però non vi è alcun cenno nel Trattato di Osimo. Per quanto riguarda invece la Zona B se talvolta il problema è diventato di interesse nazionale o internazionale ciò è dipeso non già perché la situazione non fosse già certa e definita con gli accordi internazionali sopra citati, ma solo perché la Jugoslavia pretendeva di avanzare la propria frontiera a ridosso del centro urbano di Trieste e nelle acque del suo porto e del suo golfo in modifica del Trattato di Pace e dare quindi luogo ad una NUOVA situazione giuridica e quindi politica e militare nell'Alto Adriatico. Quindi non si trattava di un punto ancora da definire ma di una volontà jugoslava di MODIFICARE detta situazione territoriale fissata dai Trattati vigenti. A tali pretese annessionistiche jugoslave era stato comunque, si ripete, posto fine con le anzidette comuni dichiarazioni di voler rispettare il Trattato di Pace ed il Memorandum e soprattutto con la citata firma dell'atto finale nel luglio 1975 della conferenza di Helsinki.
cc) SI E' AFFERMATO che l'Italia doveva pagare il suo debito di guerra alla Jugoslavia. E' vero invece che tale debito era stato già largamente pagato dall'Italia con la firma del Trattato di Pace nel 1947, in epoca in cui l'Italia si trovava in condizioni di particolare debolezza nei confronti dei vincitori, e con il Memorandum che stabiliva per la Zona B un regime particolare di amministrazione jugoslava, soggetta a particolari impegni e controlli internazionali, che invece verrebbero a cesare con il nuovo Trattato.
dd) E' STATO AFFERMATO che con il futuro Trattato si sarebbe dato vita ad una situazione di stabilità e benessere per la città di Trieste in seguito alla istituendo Zona franca industriale a cavallo del nuovo confine. Invece è risultato che tale Zona franca è motivo di gravissime preoccupazioni per la città di Trieste non solo dal punto di vista economico, ma anche per l'ecologia della Zona e per l'inquinamento e avvelenamento dell'aria e dell'acqua potabile per la città di Trieste e di quella del suo golfo con pregiudizio per la pesca e per la balneazione. Su tali punti vi è una diffusa coincidenza di allarmanti giudizi e di prese di posizione da parte della generalità degli esperti, si intende che non siano legati a disciplina di partito o ad interessi particolari. Si fa all'uopo richiamo al promemoria del Lions Club di Trieste, allo studio del qualificato esperto Ing. Deo Rossi di Milano, al pro memoria dell'Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico artistico e naturale della nazione "Italia Nostra" e alla presa di posizione della World Wildlife fund – W.W.F. – Fondo Mondiale per la Natura, documenti tutti già resi pubblici e che si presumono quindi noti.
ee) E' STATO AFFERMATO che con il futuro Trattato sarebbe stata restituita all'Italia almeno parte delle sacche nel Goriziano (per la verità assai poco importanti) costituenti territorio assegnato all'Italia dal Trattato di Pace occupate abusivamente dalla Jugoslavia. Invece nessun cenno ad un tanto si legge nel Trattato di Osimo e suoi annessi.
ff) E' STATO AFFERMATO che la Jugoslavia avrebbe concesso un canale di transito attraverso le sue acque territoriali che sarebbero divenute tali con l'avanzamento del confine nel golfo, e ciò per permettere l'accesso al porto di Trieste alle navi italiane. Invece nel Trattato di Osimo non si trova neppure una parola di impegno della Jugoslavia in tale senso.
gg) E' STATO AFFERMATO che con il futuro Trattato l'Italia avrebbe riavuta la vetta del Monte Sabotino, sede di gloriosi combattimenti durante la guerra di redenzione di Trieste. All'opposto una tale vetta già si trovava in territorio italiano.
b) L'EFFETTO DELLE SUDDETTE ERRONEE INFORMAZIONI NON CORRISPONDENTI ALLA VERITA' ED ANZI IN CONTRASTO CON ESSA E' STATO RAFFORZATO PER IL FATTO CHE I PARLAMENTARI SONO STATI POSTI NELLACONDIZIONE DI DOVER DARE IMMEDIATAMENTE IL VOTOSENZA CHE SIA STATO LORO CONCESSO IL TEMPO NECESSARIO PER UN ADEGUATO INDISPENSABILE APPROFONDIMENTO DELL'ARGOMENTO, in contrasto non solo con la sua estrema importanza, ma anche con la prassi e con le norme parlamentari in merito. Si ricorda infatti che la suddetta mozione è stata proposta in sede di risposta governativa a delle interrogazioni parlamentari, con le quali si chiedeva se fossero vere certe indiscrezioni giornalistiche circa l'esistenza di trattative col Governo Jugoslavo per la rinuncia alla sovranità italiana sulla Zona B, in contrasto con le formali solenni contrarie dichiarazioni ripetutamente espresse dal Governo e nessuna bozza o schema o appunti relativi ai previsti accordi sono stati distribuiti né preventivamente né contemporaneamente ai parlamentari.
2) E' STATO GRAVEMENTE VIOLATO IL BASILARE PRINCIPIO COSTITUZIONALE E DEMOCRATICO CHE STABILISCE L'INDIPENDENZA DEGLI ORGANI PARLAMENTARI DAL POTERE ESECUTIVO. Ciò a seguito delle pressioni soggettive ed oggettive sopra indicate ad 1) fatte su molti parlamentari da organi esterni al Parlamento o dallo stesso Governo del quale i Parlamentari devono essere giudici e non esecutori di ordini.
3) LE TRATTATIVE CHE HANNO PORTATO AI SUDDETTI ACCORDI, SONO STATE PER LA GRAN PARTE SVOLTE AL DI FUORI DEGLI ORGANI ISTITUZIONALI E ISTITUZIONALMENTE A CIO' COMPETENTI, attraverso la persona di un funzionario del Ministero dell'Industria e Commercio non avente la competenza specifica indispensabile per la trattazione di problemi che investono rapporti territoriali con uno Stato estero, tanto che vari funzionari istituzionalmente competenti e responsabili nella materia hanno dato le proprie