I Presidenti della Repubblica Italiana, Slovena e Croata, tutti ex comunisti, il 13 luglio scorso, in Trieste, hanno perso l’occasione della loro vita non andando in pellegrinaggio alla Foiba di Basovizza. Questo sì che sarebbe stato un gesto di portata storica! Avrebbero chiesto perdono a quelle vittime innocenti, offese anche dal lungo silenzio. Avrebbero ammesso le colpe di Tito e del suo regime. Si sarebbero manifestamente dissociati, non solo a parole, da quella perversa ideologia, perniciosa ovunque sia giunta. Archiviato il passato, avrebbero davvero potuto creare le giuste premesse per costruire insieme un comune futuro migliore per tutti.
La visita al Balkan, poi, è stata un gratuito cedimento a pretese altrui. L’incendio deve essere visto nel quadro delle vicende di quel momento storico! Si ricordi quanto è successo prima in Piazza dell’Unità d’Italia (uccisione di Giovanni Nini) e a Spalato (uccisione del Comandante Tommaso Gulli e del motorista Aldo Rossi). Si ricordi che, in quell’occasione, c’è stato un solo morto ammazzato: un Ufficiale del Regio Esercito, colà comandato in servizio d’Ordine Pubblico, il Tenente Luigi Casciana. (A proposito: qualcuno sa dove è finita la targa che lo ricordava e che era affissa all’interno di quell’immobile?)
Gen. Riccardo Basile