A cent’anni dalla firma del Trattato di Rapallo
Una risposta al problema dei confini orientali dell’Italia
Convegno a cura della Lega Nazionale di Trieste
Mercoledì 1 dicembre 2021 ore 16.00 – 19.00
TRIESTE
AUDITORIUM MARCO SOFIANOPULO
DEL MUSEO REVOLTELLA
VIA DIAZ, 27
Presentazione
Nel 2020, circa un anno fa, cadeva il centesimo anniversario
della firma del Trattato di Rapallo, firmato il 12
novembre 1920 da Regno d’Italia, da una parte, e Regno
dei Serbi, Croati e Sloveni dall’altra, per fissare la delimitazione
dei confini fra i due paesi dopo la prima guerra
mondiale. La Lega Nazionale, nel 2020, organizzò un
convegno che, purtroppo, dovette essere rinviato in ragione
delle restrizioni previste dalle autorità regionali e
prefettizie e dovute ad un ulteriore sviluppo della pandemia
di Covid-19. Ora, a più di un anno di distanza, il convegno
viene riproposto nunc ex tunc, con la vantaggiosa
prospettiva di inserirlo nel novero delle numerose iniziative
previste per le celebrazioni del 130° anniversario
della Lega Nazionale. Le clausole del Trattato di Rapallo,
infatti, permisero di raggiungere molti dei traguardi a cui
l’opera della Lega Nazionale aveva puntato nel corso dei
decenni precedenti. Perché è interessante ricondurre il
pensiero al Trattato di Rapallo?
Dopo il crollo dell’Impero d’Austria-Ungheria, alla fine
della prima guerra mondiale, i paesi ad esso vicini e le
popolazioni stesse dell’impero si mossero per salvaguardare
ciascuno i propri interessi. Le conferenze della pace
di Parigi consentirono di giungere alla firma di molti trattati,
ma non alla firma di tutti. In alcuni casi non fu possibile
procedere alla totale delimitazione delle frontiere in
Europa, in quanto le divergenze a livello bilaterale furono
tali da suggerire alla diplomazia multilaterale riunita a
Parigi di rimandare la soluzione ad un negoziato diretto
fra le due parti. Ciò richiese più tempo e introdusse un’ulteriore
attività diplomatica, in cui si misurarono attenti
studi della geografia e della storia, opportunità territoriali
legate alla nuova “diplomazia aperta” statunitense e vincoli
associati alle questioni di sicurezza. Questo fu il caso
del Trattato di Rapallo, che impegnò profondamente sia
Roma che Belgrado, dalla fine del 1919 al novembre del
1920, e che permise alla fine di segnare sulla carta geografica
le nuove frontiere fra Regno d’Italia e Regno dei
Serbi, Croati e Sloveni. Fu un buon trattato? Fu equilibrato?
Rispose alle attese, ai diritti, alle necessità delle popolazioni
coinvolte? A poco più di cent’anni di distanza la
città di Trieste, capitale morale dell’Adriatico settentrionale
e sempre sensibile alle questioni dei confini orientali,
promuove una riflessione generale, con la partecipazione
di storici di richiamo, al fine di coinvolgere la popolazione
in un sereno dibattito sul passato di queste terre.
Stefano Pilotto