Trieste – E’ stata deposta ieri, sotto il portico del Palazzo Comunale di Trieste, una corona d’alloro nell’anniversario dell’assassinio di Giovanni Nini e del sottotenente del Regio Esercito Luigi Casciana. Presente lo stendardo dell’antico Regno di Dalmazia, scortato dai dirigenti della Fondazione Rustia Traine nei tradizionali manti purpurei del Patriziato Dalmatico, è stato reso omaggio a due figure eroiche, cadute vittime degli jugoslavi, nella guerra di Spalato.
Due dalmati italiani nel mondo, vittime dei fatti del 1920 quando furono uccisi il Comandante Tommaso Gulli ed il motorista Aldo Rossi, Nini venne accoltellato a morte in piazza Unità di Trieste da un ufficiale jugoslavo e il tenente Casciana morì in seguito ad una bomba lanciata dal Balkan che stava proteggendo con i suoi soldati.
Nel 1920 Inghilterra e Francia avevano ormai fatto capire che non intendevano rispettare i Patti di Londra, firmati il 26 aprile 1915, che assegnavano all’Italia oltre a Zara anche una parte rilevante della costa e delle isole della Dalmazia centrale. L’Italia, accanto a navi francesi e inglesi, inviò a Spalato la regia nave Puglia e la sua missione divenne umanitaria. La nave forniva alla popolazione spalatina, stremata da anni di guerra e di fame, centinaia di pasti giornalieri ed era attrezzata con un ambulatorio in grado di fornire cure ospedaliere di tutto rispetto.
Non si distingueva nell’assistenza tra italiani, croati o serbi di Spalato.
In questo clima, prendendo a pretesto delle manifestazioni di protesta per una bandiera serba sequestrata da un marinaio della “Puglia” e restituita furono uccisi il Comandante della “Puglia” Tommaso Gulli ed il motorista Aldo Rossi.
Immediata la reazione a Trieste dove hanno luogo grandi manifestazioni per l’italianità della Dalmazia. In Piazza dell’Unità il 14 luglio un jugoslavo, che riesce a dileguarsi protetto dai suoi, uccide a coltellate uno dei dimostranti, Giovanni Nini di origine dalmata. In questo clima di uccisioni e pestaggi di italiani di Dalmazia, che lasceranno le città e le case che i loro avi avevano costruito e abitato per millenni (il secondo grande esodo del 1920 degli italiani dalla Dalmazia dopo quello strisciante dovuto alle vessazioni austro-ungariche che iniziano nel 1866) si prepara una manifestazione di protesta.
Una colonna di manifestanti si diresse verso l’Hotel Balkan. Il sottotenente Luigi Casciana del Regio esercito italiano schierò una fila di soldati della vicina caserma a difesa dell’Hotel Balkan; cadde vittima.
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