Caro Presidente della Lega Nazionale,
Autorità politiche e religiose,
Rappresentanti delle Forze dell’Ordine,
Gentili Signore e Signori,
È con grande piacere e sincera gratitudine che oggi, in questa importante e prestigiosa sala del Consiglio Comunale in rappresentanza e a nome di tutta la città di Trieste, sentiamo il dovere di testimoniare in forma solenne la gratitudine di Trieste tutta per la lotta della Lega Nazionale affinché la città conservasse la sua anima italiana, per l’impegno profuso nel secondo dopoguerra nel ricongiungimento di Trieste all’Italia e per la rivendicazione da parte della Lega Nazionale del diritto di operare affinchè Trieste acquisisca definitivamente il ruolo di capitale morale di tutti gli italiani dell’adriatico orientale.
La Lega Nazionale, già insignita nel 1968 dal Presidente della Repubblica con la medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte” non solo rappresenta Trieste, ma ne incarna la storia, la cultura, il cuore, l’anima.
L’attribuzione della civica benemerenza, la più alta onorificenza che questa Amministrazione può attribuire ad una associazione, è un modo concreto per dirle: grazie.
Quando alla fine della seconda Guerra Mondiale il Paese veniva liberato dall’occupazione nazista, nelle nostre terre ed in quelle dell’Istria (italiana fino ad allora) una lunga scia di sangue è stata tracciata dall’esercito comunista di Tito.
In quei drammatici quaranta giorni di terrore i comunisti di Tito che occuparono la città si distinsero per una crudeltà inaudita, prelevando dalle proprie abitazioni e per le strade migliaia di persone la cui sola “colpa” era di essere italiani e di non voler cadere sotto il regime comunista, mentre 350 mila italiani di Istria, Fiume e Dalmazia dovettero abbandonare le proprie case, radici, affetti perché perseguitati e cacciati dalle bande armate jugoslave. La Lega Nazionale con Don Edoardo Marzari oltre a dare una vitale assistenza a tantissimi profughi seppe dare una voce unitaria alla presenza italiana nella Venezia Giulia, diventando lo strumento attraverso il quale la popolazione giuliana ha espresso la sua scelta a favore del ritorno all’Italia.
In quegli anni difficili la Lega Nazionale guidò il movimento di protesta dei triestini chereclamavano il ritorno di Trieste all’Italia e si adoperò affinchè venissero concesse dallo stato italiano le “medaglie d’oro al valor civile” a Pierino Addobbati, Francesco Paglia, Leonardo Manzi, Erminio Bassa, Saverio Montano e Antonio Zavadil, caduti il 5 e 6 novembre del ’53, quali “ultimi martiri del Risorgimento”.
La patria nei confronti della città è stata madre e matrigna.
Solo nel ’54 l’Italia riabbracciò Trieste e nel 1975, con il Trattato di Osimo – che ha reso definitive le frontiere confermando l’amministrazione italiana della zona A e l’amministrazione jugoslava della zona B così come erano state individuate nel Memorandum di Londra -, si commise un gravissimo torto accettando di lasciare nell’oblio quegli anni terribili e tradendo ancora i fiumani, gli istriani ed i dalmati.
La Lega Nazionale, oggi, continua nella sua opera di conservazione della memoria storica e di valorizzazione della storia passata, curando tra le tante cose, il Sacrario di Basovizza, simbolo dei drammi che hanno interessato il confine Orientale durante la seconda Guerra Mondiale e che il 10 febbraio del 2007, quando ero già sindaco di Trieste, ha ritrovato il suo doveroso onore anche con la realizzazione del centro di documentazione gestito sempre dalla Lega Nazionale, che ha l’importante compito, insieme a tutti noi ed alle nuove generazioni, di custodire e dare sempre voce a questi drammatici fatti, affinchè il ricordo non torni più nell’oscurità di un silenzio colpevole.
Con un sentimento di grande rispetto, a pochi giorni dalle celebrazioni del 10 febbraio per il giorno del ricordo, ho l’onore a nome della città di Trieste di consegnare, nelle mani del presidente, Paolo Sardos Albertini, l’onorificenza della civica benemerenza alla Lega Nazionale con la seguente motivazione:
“In segno di gratitudine per l’impegno profuso fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1891, per la conservazione dell’anima italiana di Trieste all’epoca dell’impero asburgico, per il ricongiungimento di Trieste all’Italia nel secondo dopoguerra e per la rivendicazione del diritto di operare affinchè Trieste acquisisca definitivamente il ruolo di capitale morale di tutti gli italiani dell’Adriatico Orientale”.
Roberto Dipiazza Sindaco di Trieste
7 febbraio 2018