Il 5 maggio 1945 di fronte ad un corteo spontaneo di migliaia di triestini inneggianti all'Italia i titini sparano sulla folla. Cinque manifestanti cadono sotto il piombo dell'invasore, altre decine rimangono ferite.
Cinque maggio 1945, da pochi giorni le truppe slavo comuniste del maresciallo Tito controllano la città. La paura sta già dilagando, persone scompaiono nottetempo e non fanno più ritorno. In realtà nei dintorni della città è ormai in funzione la tragica macchina delle Foibe: il prelevamento, le percosse a sangue, poi caricati su un camion con ignota destinazione, i polsi legati con il filo di ferro e, spesso ancora vivi, giù nelle nere voragini del Carso.
E’ in questo contesto che in quella giornata di maggio di sessantuno anni fa, in forma assolutamente spontanea, avanti all’Hotel de la Ville, prende vita una manifestazione: un Tricolore e, dietro, migliaia di Triestini uniti da una sola invocazione “Italia! Italia! Italia!”
Il corteo risale in modo assolutamente pacifico il Corso, raggiunge piazza Goldoni. Miliziani con la stella rossa escono dall’atrio di Palazzo Diana nel mentre altri si dispongono a terra in Corso in posizione di tiro e viene aperto il fuoco. Decina rimangono feriti, alcuni perdono la vita: uno studente di 21 anni, Claudio Burla, ed uno diciottenne, Carlo Murra, un giovane ventiseienne, Mirano Sancin ed il trentenne Graziano Novelli; Giovanna Drastiche muore nello stesso giorno all’Ospedale sempre per una ferita d’arma da fuoco. Al loro sacrificio fa seguito, in epoca di poco successiva, quello di Emilio Beltramini, , ed di Alino Conestabo, : anch’essi assassinati perchè colpevoli di invocare Italia e Libertà.
La Lega Nazionale, con una lettera del 4 maggio 2005, si era rivolta al Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, chiedendo che lo Stato Italiano volesse onorare la memoria di questi Triestini che “sacrificarono la propria vita perché la nostra città potesse veder rispettata la propria libera scelta di essere e di restare italiana, ma anche perché potesse coronarsi quel bisogno di tutta la Nazione italiana di ritrovare l’unità nazionale con il ricongiungimento di Trieste alla Madrepatria”. Perché, se i caduti del 1953 hanno rappresentato in qualche modo gli “ultimi martiri del Risorgimento”, questi caduti del maggio ’45 e delle giornata successive vanno comunque inquadrati in questa fase finale del Risorgimento Italiano che troverà conclusione nella storica giornata del 26 ottobre 1954.
La richiesta della Lega Nazionale aveva prontamente trovato l’appoggio degli Enti Locali: la Provincia di Trieste il cui Presidente la aveva personalmente caldeggiata nel confronti del Quirinale ed il Comune di Trieste la cui Giunta, con delibera di data 5 settembre 2005, aveva fatto propria la richiesta della Lega Nazionale e le sua motivazioni.
Nei giorni scorsi è il Prefetto Annamaria Sorge a comunicare alla Lega Nazionale la notizia: il Presidente Ciampi ha accolto la richiesta della Lega Nazionale ed ha concesso le richieste medaglie d’oro al merito civile alla memoria dei nostri sette concittadini, con la seguente motivazione “animato da profonda passione e spirito patriottico, partecipava ad una manifestazione per il ricongiungimento di Trieste al Territorio nazionale, perdendo la vita in violenti scontri di piazza. Mirabile esempio di elette virtù civiche ed amor patrio, spinti sino all’estremo sacrificio”.
Un atto, questo del Capo dello Stato, che dà testimonianza, una volta di più, della sua attenzione e delle sua sensibilità per la storia, per le vicende, per i drammi di queste terre.
L’onore che con tale atto viene riconosciuto a questi Caduti va in qualche modo a completare l’analogo riconoscimento concesso ai Caduti del ’53 e la legge istitutiva della Giornata del Ricordo approvata pressoché all’unanimità dal Parlamento italiano: il tutto a recupero di una memoria storica che per troppo tempo era stata ignorata ed a compimento di un atto di Giustizia e di Pietà che costituisce la premessa migliore per guardare al futuro con animo rasserenato.
La Lega Nazionale che, nei lunghi decenni dell’oblio (spesso in quasi completa solitudine) mai aveva smesso di ricordare sia i Caduti di via Imbriani che quelli del novembre ’53, la Lega Nazionale che, in entrambi i casi, si è fatta promotrice della iniziativa di chiedere che lo Stato Italiano desse il giusto riconoscimento al senso patriottico del loro estremo sacrificio, la Lega Nazionale che ha visto tali sue richieste trovare entrambe l’alto accoglimento del Capo dello Stato, ritiene doveroso, a nome suo, ma anche di tutti i cittadini della Città di san Giusto, dire il proprio grazie, sincero profondo e commosso, a Carlo Azeglio Ciampi, Capo dello Stato e Presidente veramente di tutti gli Italiani.
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Ogni anno il giorno 5 maggio si svolgeva una cerimonia, promossa dalle Lega, a memoria dei caduti del ’45. Quest’anno la cerimonia avrà luogo, non nell’usuale collocazione di via Imbriani, bensi in quella solenne della Sala del Consiglio Comunale; sarà quella l’occasione nella quale il Prefetto di Trieste conferirà ai famigliari delle vittime la medaglia d’oro al Merito Civile alla memoria : “MIRABILE ESEMPIO DI ELETTE VIRTU’ CIVICHE ED AMOR PATRIO, SPINTI SINO ALL’ESTREMO SACRIFICIO”.
Lega Nazionale