L’italianità della Dalmazia da Niccolò Tommaseo e Francesco Rismondo

L’italianità della Dalmazia da Niccolò Tommaseo e Francesco Rismondo

 

La nazione dalmata forgiata dalla fusione di elemento latino e slavo che Tommaseo riscontrava nella Dalmazia ottocentesca si sarebbe consumata negli opposti nazionalismi, dai quali sarebbero sorte figure appassionatamente irredentiste come Francesco Rismondo.

 

di Lorenzo Salimbeni (da Opinione Pubblica)

 

«Dalmati! L’Imperatore Napoleone, Re d’Italia, Vostro Re, vi rende alla Vostra Patria. Egli ha fissato i Vostri destini; il Trattato di Presburg garantisce la riunione della Dalmazia al regno d’Italia… Bravi Dalmati! Riempite i vostri destini, ripigliate il vostro Rango, quello degli Avi vostri fra le nazioni, mostratevi fedeli alla Patria comune, anelanti pel Servizio del Vostro Sovrano, sommessi alle Leggi sotto le quali Egli ha riuniti li Popoli d’Italia, come membri d’una sola Famiglia»

 

 

 

 

Era il febbraio 1806 allorché il generale Mathieu Dumas presentava in questi termini il riassetto che Napoleone Bonaparte aveva delineato per la costa adriatica orientale in seguito al suo trionfo ad Austerlitz. Si trattava, però, del medesimo generale corso che nel 1797 a Campoformido aveva deliberatamente fatto omaggio all’Impero d’Austria della Repubblica di Venezia, comprese le sue pertinenze sulla terraferma, in Istria e in Dalmazia: fu proprio nella cosiddetta Dalmazia montenegrina che il Conte Giuseppe Viscovich il 23 agosto di quell’anno seppellì il gonfalone della Serenissima sotto l’altar maggiore della chiesa parrocchiale di Perasto. Di quella mesta cerimonia restò agli annali il motto “Ti con nu, nu con ti”, che simboleggiava il secolare legame degli “schiavoni” (appellativo veneziano che designava i dalmati a prescindere dalla loro nazionalità) con la Repubblica di San Marco.

 

In un’epoca in cui in effetti parlare di “italianità” era assai difficile al di fuori di certe cerchie illuminate e la “nazione” era un concetto che dalla Francia rivoluzionaria cominciava appena a diffondersi al resto d’Europa, il legame di Zara, Spalato, Sebenico, Traù e delle altre località del litorale dalmata con la penisola italica era basato essenzialmente sulla secolare dipendenza da Venezia. Tuttavia nel 1809, quasi dimentico del precedente proclama, l’Empereur inglobò con il Trattato di Schönbrunn la Dalmazia nelle Province Illiriche, una sorta di stato cuscinetto fra mondo latino e slavo la cui memoria nel corso dell’Ottocento avrebbe costituito un’esperienza maggiormente significativa per il consolidamento della consapevolezza nazionale slava che per quella italiana.

 

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