Il Piccolo 16/11/05
GLI OPPOSITORI DI OSIMO: NESSUNA MORTIFICAZIONE
lettera dell'On. Tombesi a "Il Piccolo"
Leggo sul giornale il resoconto del convegno “Osimo trenta anni dopo” e le chiedo di pubblicare la seguente precisazione. Non ho mai detto che “Andreotti mi aveva dato mandato di concordare con l’ambasciatore jugoslavo una visita del presidente del consiglio alla Foiba di Basovizza”. Ho bensì ricordato quanto detto e scritto da me in altre occasioni e cioè che di fronte al rifiuto dell’allora presidente del Consiglio Spadolini, che doveva venire a Trieste, di rendere omaggio alle foibe che nel frattempo erano state riconosciute monumento di interesse nazionale ai sensi di legge, Andreotti, allora presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, mi suggerì di incontrarmi con l’ambasciatore jugoslavo per capire quale sarebbe stato al riguardo l’atteggiamento del governo jugoslavo ed in caso positivo di riferirne a Spadolini per farlo desistere dalla sua decisione di non venire alle foibe. Così feci, ma inutilmente e Spadolini delegò ad intervenire alle manifestazioni per il 150° anniversario delle Assicurazioni Generali il senatore Rebecchini, allora sottosegretario all’Industria. Ma al di là di questa precisazione, mi consenta di rammaricarmi per il modo in cui il suo giornale ha riferito della manifestazione, a differenza di quanto scritto il giorno prima su Osimo, dove è stato dato ampio spazio a quelle posizioni che in un modo o nell’altro avevano portato all’approvazione degli accordi. Si è cioè trascurato il dramma che si è vissuto nella DC triestina, dove la maggioranza (i morotei) era favorevole agli accordi e non ha candidato alle elezioni politiche del 1976 l’on. Bologna perché nel dibattito parlamentare del 1975 aveva contrastato quegli accordi. Al suo posto fui candidato io, a cui la maggioranza della DC triestina non dava alcuna possibilità di riuscita. A queste elezioni politiche la DC ha scontato questo errore, ricevendo un grande avvertimento. Nonostante gli 80.000 voti ricevuti, nelle preferenze, al primo posto si collocò il sottoscritto che sulle posizioni dell’on. Bologna si era pronunciato contro il trattato e solo al secondo posto l’on. Belci, pur essendo stato sottosegretario e direttore del giornale nazionale del Partito, ma che aveva sostenuto la posizione governativa favorevole alla firma del trattato. Questo risultato fu significativo perché si sposò con la protesta degli elettori, che in tutta Italia dettero una indicazione dello stesso tipo a favore, cioè, di un partito sensibile alle indicazioni degli elettori, in alternativa ad un partito sensibile sopratutto alle esigenze dell’apparato. Dal non rispetto di questa indicazione degli elettori nasce a Trieste la Lista per Trieste e in Italia inizia il logoramento della DC, che invano le dirigenze succedute cercano di arginare.
Le scrivo non solo per amore della verità, ma anche perché questo atteggiamento va ad alimentare la spaccatura che anche il nostro Vescovo denuncia e che è tra le cause della paralisi che la città vive. La tavola rotonda della Lega Nazionale, alla quale erano stati invitati molti protagonisti di allora, è ben riuscita sia per l’affluenza del pubblico sia per l’adesione di esponenti politici di tutte le parti. Peccato che sia mancata la testimonianza dell’on. Bologna, che se senza dubbio fu il più autorevole oppositore agli accordi di Osimo. A me sembra, e in tale senso ho aderito alla manifestazione, che sia stato un tentativo responsabile per affrontare un tema che ha diviso la città in passato e che oggi bisogna superare, per affrontare tutti assieme i problemi che la decadenza di Trieste ci pone. L’atteggiamento del suo giornale, che vuole mortificare gli oppositori di Osimo e quindi una parte della città, finisce con l’essere dannoso al superamento delle divisioni del passato.
On. Giorgio Tombesi – ex deputato della Democrazia Cristiana
L’articoletto in questione non voleva ricordare le posizioni dei partiti triestini su Osimo, appunto riportate nelle due pagine del giorno prima, ma essere una stringata cronaca della sola tavola rotonda. La rettifica smentisce che fosse stato dato mandato a Tombesi di fare un accordo con l’ambasciatore jugoslavo, ma conferma l’invito di Andreotti a consultarlo. Infine, il nostro giornale non intende affatto “mortificare” gli oppositori ad Osimo.
Da “Il Piccolo” – Trieste, 16 novembre 2005