Verona, 16 dicembre 2002
Egregio Presidente, 171 soci del Comitato Provinciale di Verona, presenti il 14.12.2002 in occasione della tradizionale riunione di fine anno per lo scambio degli auguri, dopo aver sentito la relazione del Presidente in merito sia all’andamento della trattativa italo – croata sia con riferimento alle problematiche inerenti all’organizzazione dell’A.N.V.G.D. e ai rapporti con le altre Associazioni operanti nel mondo della Diaspora, hanno ritenuto di inviare al loro Presidente nonché ai Consiglieri Nazionali ed ai Presidenti dei Comitati Provinciali, (con preghiera di darne divulgazione anche a mezzo del C.D.M.,) la lettera aperta che si allega.
Con tale documento i soci hanno evidenziato il loro disagio e la loro disapprovazione per il modo con il quale il Governo italiano sta conducendo la trattativa con le autorità croate per quanto riguarda la restituzione dei nostri beni, lamentando che non vi è alcuna voce di protesta che rafforzi quei politici e quei rappresentanti governativi che ci sono più vicini e che, per poterci dare il loro supporto, necessitano evidentemente di sentirsi confortati dagli Organismi rappresentativi del mondo della Diaspora.
Nella “lettera aperta” vengono trattati anche altri argomenti, quali il diritto di critica alle modalità con le quali il Governo si sta attualmente muovendo, segnalando inoltre che è disdicevole censurare quelle voci che si permettono di esprimere dissenso non tanto sull’obiettivo, che apparentemente sembra essere comune, quanto sulle modalità con le quali tale obiettivo deve essere perseguito.
Il timore è che il clima di riservatezza e di segretezza, che caratterizzò la sottoscrizione del Trattato di Osimo, possa ripetersi anche in questa occasione.
Da ultimo, i nostri soci si sono posti il problema sia dei rapporti tra Politica e Associazionismo sia dell’organizzazione dell’A.N.V.G.D. e della necessità di un suo rinnovamento tanto per quanto riguarda i mezzi di comunicazione quanto con riferimento al ricambio generazionale, che si rende ormai non più procrastinabile se non si vuole rischiare, tra una decina d’anni circa, di scomparire definitivamente.
Lo stesso discorso vale per i contatti tra la Federazione e le altre Associazioni operanti all’esterno, segnalando che se nuove realtà sono nate è il sintomo evidente di un malessere esistente all’interno del mondo degli esuli in quanto si sente la necessità di riempire quegli spazi che in questo momento sono vuoti e di far sentire quelle voci di protesta che mancano.
Nessuno dei nostri soci ha voluto mettere in dubbio la serietà, l’impegno e quanto è stato fino ad oggi fatto dai vertici dell’A.N.V.G.D. e di tutte le Associazioni che hanno rappresentato il mondo degli esuli, le quali, nel bene e nel male, sono riuscite a farci sopravvivere durante questi lunghi 50 anni di silenzio, ma hanno altresì evidenziato che, essendo mutato il clima politico, dobbiamo avere più coraggio, sfruttando, per far conoscere i nostri problemi, anche quei mezzi di informazione che la società moderna offre in modo da consentire a chi ci vuole veramente aiutare, (in un momento storico in cui il nostro Paese è governato da un’Amministrazione di centro destra) di chiedere alla controparte croata (senza dimenticare quella slovena con la quale i “conti” non debbono considerarsi chiusi) il rispetto dei diritti fondamentali dell’Uomo, qual’è quello della proprietà, diritto che un qualsiasi Governo dovrebbe rispettare, soprattutto se ambisce ad entrare nella Comunità Europea.
Cordiali saluti.
Avv. Gian Paolo Sardos Albertini
lettera aperta al Sen. Toth