La Lega Nazionale e i documentari

liberamente tratto da “Documentari e cinegiornali sulla questione giuliana (1943-1954)” di Ottavia Sardos Albertini ricostruiamo il legame tra le Lega Nazionale e i documentari del dopoguerra

 

Del 1947-1948 è il documentario “Genti Giulie” realizzato per la Lega Nazionale – sezione di Monfalcone con la collaborazione di vari operatori, fra cui Piero De Vescovi e Giovanni Ivessa, del giornalista Italo Orto e, per quanto riguarda la stesura del testo da inserire nel documentario, di Gino Villasanta, con soggetto dell’ing. Graziano Radimiri (allora Presidente della Lega Nazionale sezione di MOnfalcone) , sceneggiato e realizzato da G.A. Vitrotti e C. Pelizzon, e adattamento musicale del m.o Mancini.

L’idea di questo lavoro venne alla Lega Nazionale dopo essere entrata in possesso di una ripresa dell’arrivo delle truppe italiane a Monfalcone, il 15 settembre 1947, realizzata da Ivessa, un polesano che nella sua città d’origine era stato proprietario di due cinematografi e che al momento di abbandonare Pola aveva potuto portare via le apparecchiature e una cinepresa.

Ivessa era un cineoperatore amatoriale e la ripresa che aveva effettuato l’aveva girata con una cinepresa Erneman con trascinamento a manovella della pellicola, con un unico obiettivo grandangolare e con magazzino di 120 metri, corrispondenti a circa quattro minuti di immagini, che fu girato completamente; la pellicola conteneva un solo campo lungo della piazza della città con i soldati e la folla, ripreso da un balcone.

E’ evidente che i quattro minuti girati da Ivessa non erano sufficienti per ottenere un buon lavoro capace di soddisfare il desiderio della Lega Nazionale, cioè di far circolare il più possibile il documentario, sia a causa della scarsa durata della ripresa sia perché questa risultava estremamente noiosa in quanto per tutto il tempo si vedeva sempre la stessa scena.

La Lega Nazionale decise perciò di chiedere a Vitrotti il suo intervento. Vitrotti non si era recato a Monfalcone in occasione dell’arrivo delle truppe italiane perché allora si trovava a Gorizia,(…) e aveva chiesto al presidente della Lega e al commando militare di organizzare una rievocazione dell’entrata delle truppe in città; quella che si vede è solo una rappresentanza di tutte le truppe.

Il titolo del documentario appare in sovraimpressione alle antenne della stazione di Monteradio di Trieste; da quanto dichiarato dallo stesso autore, ciò si deve a una scelta ben precisa: si voleva sottolineare il fatto che allora il mezzo per comunicare le notizie riguardanti quelle zone era la radio e più precisamente la Radio Venezia Giulia. Quest’ultima era sorta nell’autunno 1945 con l’intento di diffondere gli avvenimenti che potevano interessare gli italiani delle terre di confine e tutti coloro che si occupavano delle vicende giuliane.

 

Durante il 1948 Gianni Alberto Vitrotti girò “Vacanze in Valsugana” che portava sugli schermi la vacanza di bambini triestini in una colonia organizzata dalla Lega Nazionale in un paesino vicino a Sella di Valsugana.

Il documentario illustra una colonia montana che ospita bambine triestine organizzata dalla Lega Nazionale di Trieste in un paesino vicino Sella di Valsugana, luogo di nascita dell’allora Presidente del Consiglio De Gasperi.

Il presidente del Consiglio De Gasperi, che si trovava in vacanza a Sella di Valsugana, aveva approfittato dell’occasione per incontrare una colonia di bambine accompagnata da alcuni dirigenti della Lega Nazionale.

Dopo l’inaugurazione delle colonia di Strigno, il documentario mostra alcune bambine che, accompagnate da dirigenti della Lega Nazionale, si recano a Sella, dove il Presidente del Consiglio dei Ministri trascorre le sue vacanze, per porgergli i loro omaggi.

Il documentario non venne proiettato a Trieste, ad eccezione di una proiezione privata al cinema “Azzurro” alla presenza del Presidente di zona dott. Palutan, dell’ing. Visintin pro Sindaco, del comm. Bardi della Missione Italiana, dell’ing. Bartoli e di altre autorità cittadine

 

Nel 1949 vide la luce il cinegiornale “Cosmos” ideato e realizzato da Gianni Alberto Vitrotti assieme a una equipe di cineoperatori. Del “Cosmos” uscirono quattro numeri e trattarono solamente fatti di interesse locale; erano editi a Trieste e i direttori erano Vitrotti e Claudio Pelizzon.

Il primo numero conteneva i servizi “Cava romana di Nabresina “, “Intervista con l’Ocean” che era una portaerei, “Nelle acque del nostro Golfo” che serviva per mettere in risalto il lavoro degli italiani nei cantieri , “Un’occhiata nei dintorni: Muggia” che illustra l’inaugurazione della nuova sede della Lega Nazionale e “Commosse onoranze a Grezar” che mostra come le due squadre, la Triestina e il Padova, prima della partita abbiano voluto mantenere un minuto di silenzio in onore dei giocatori del Torino, fra i quali c’erano due triestini, che in un disastro aereo avevano perso la vita.

 

tratto da:

 

Ottavia Sardos Albertini, originaria da famiglia istriano-dalmata, è nata nel 1974 a Trieste dove tuttora risiede. Si è laureata in Lettere e Filosofia, con il massimo dei voti, presso l’Università di Trieste con una tesi in filmologia.

Con quest’opera l’autrice ha voluto rivisitare la “questione giuliana” attraverso i cinegiornali ed i documentari realizzati nel periodo di tempo che va dall’8 settembre 1943 sino al 1954 cioè fino al ricongiungimento di Trieste all’Italia. Finalità della pubblicazione è anche quella di ricordare il 50° anniversario di quest’ultimo storico avvenimento.

Si tratta di una ricerca condotta sui filmati dell’epoca che sono stati analizzati contestualizzandone i messaggi che da essi promanavano, tenendo conto anche della maggiore oggettività che spesso il mezzo cinematografico ha rispetto alle documentazioni cartacee.

In quegli anni erano stati girati numerosi documentari e cinegiornali per rendere nota la situazione che si era venuta a creare nella Venezia Giulia. Parte delle pellicole sono andate poi disperse o distrutte mentre alcuni avvenimenti non era stato nemmeno possibile riprenderli perché non sempre ciò era consentito dalle autorità militari e talvolta diventava persine rischioso farlo.

La pubblicazione, avvenuta in collaborazione tra l’Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione e il Centro Culturale “Gian Rinaldo Carli” aderente all’Unione degli Istriani.

www.istitutogiuliano.it