Foto: Nel Pavletić / PIXSELL
Autore: Sandy Uran
Un libro di William Klinger, lo storico fiumano ucciso da Alexander Bonich il 31 gennaio 2015 all’Astoria Park di New York, è stato presentato nel salone della Comunità degli Italiani di Fiume. Per realizzare il libro, intitolato “Un ‘altra Italia: Fiume 1724 – 1924″ o ” Druga Italija: Rijeka 1724. – 1924,” si sono adoprati lo storico Diego Redivo, amico di Klinger, in veste redazionale, il Centro di ricerche storiche di Rovigno e la Lega Nazionale di Trieste.
Una serata, il cui moderatore è stato il giornalista Sandro Vrancich, in onore dello storico, laureato a Trieste e addottorato a Fiesole, vincitore postumo del Premio Città di Fiume, che ha dedicato le sue ricerche alla propria città natale, ha trattato il tema spinoso dell’OZNA nel libro intitolato “Il terrore del popolo. Storia dell’OZNA, la polizia politica di Tito” ed è stato coautore dell’opera “Tito – storie impopolari” con Denis Kuljiš.
Ricercatore geniale
“Il libro è stato scritto dal figlio di questa città dal passato eccezionalmente ricco, che era uno storico della nuova era. La sua competenza e le sue capacità linguistiche gli hanno aperto le porte di numerosi archivi in tutto il mondo. La sua passione per la ricerca era vulcanica. Svolgeva il suo lavoro di ricercatore con energia ed entusiasmo eccezionali. Era una grande fonte di conoscenza.” ha detto, rivolgendosi a un vasto pubblico, il prof. Giovanni Radossi, direttore del Centro per la ricerca storica a Rovigno.
Il presidente della Lega Nazionale di Trieste, l’avvocato Paolo Sardos Albertini, ha spiegato che considerava Klinger un figlio e ha sottolineato l’importanza di questa edizione, che elabora la ricca storia della città di Fiume. “Ricordo il nostro primo incontro. Mi ha esposto appassionatamente i suoi progetti e così è iniziata la nostra collaborazione.Questo libro si occupa della storia complicata di Fiume e non si tratta semplicemente dell’opera di uno storico: Klinger era un ricercatore di alto livello, oserei dire geniale. La sua tragica fine ha lasciato un segno profondo in tutti noi che lo abbiamo conosciuto” ha detto Sardos Albertini.
Il redattore del libro e collega stretto di Klinger, lo storico Diego Redivo, ha parlato molto emotivamente del suo amico.
Gioia e dolore
“Questa sera è sia gioiosa che triste per me. Gioiosa perché è stato pubblicato un libro, l’opera di Klinger, che merita sicuramente, e triste perché si tratta dell’opera postuma di Klinger, il quale ci ha lasciato troppo presto e tragicamente e che sicuramente avrebbe arricchito ancora le nostre conoscenze con nuove ricerche e scoperte. La sua morte è una grande perdita per la sua famiglia e per gli amici, ma anche per la comunità intellettuale. Ricordo quando ricevetti l’SMS che diceva che era stato ucciso. Non ci potevo credere. Sono rimasto scioccato. La sua tragica morte mi ha colpito molto duramente. Non eravamo amici in modo classico, ma per affari. Ci piaceva discutere degli argomenti che ci interessavano. Ci siamo incontrati nel 2000 a un simposio. Provavo una grande simpatia per lui perché era un eccellente storico e linguista, una mente intellettuale che non conosceva tregua ed era estremamente appassionato del suo lavoro. Il materiale che ho curato per questo libro è stato l’essenza del suo precedente lavoro sul tema della storia di Fiume, che non è affatto semplice. È importante sottolineare che ha dato una sezione trasversale di eventi storici dalla scena storica internazionale, che ha influenzato il contesto locale, vale a dire Fiume.” ha detto Diego Redivo
Alla presentazione del libro hanno partecipato anche la moglie dello storico assassinato, Francesca Klinger, il direttore del Museo della Città di Fiume, Ervin Dubrović, il proprietario del negozio di antiquariato Mali Neboder Saša Dmitrović e altri intellettuali, amici e ammiratori del lavoro di ricerca di Klinger. In questa occasione il Presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Moreno Vrancich, ha regalato doni commemorativi in segno di apprezzamento.
Diego Redivo – Avevo un obiettivo: rendere giustizia a William
In una breve conversazione con il redattore del libro “Un ‘altra Italia: Fiume 1724 – 1924”, lo storico Diego Redivo, abbiamo appreso che si è dedicato al libro per due anni.
Ho lavorato al libro per due anni perché ho dovuto revisionare alcune parti, operazione nella quale mi ha aiutato molto il Centro per le ricerche storiche di Rovigno. Ero talmente immerso nel materiale storico che in alcuni momenti non sapevo se ci fossero delle ripetizioni e in questo mi ha aiutato molto il Prof. Radossi esaminando tutto il materiale. Le note che William aveva messo nei file erano le note che avrebbe dovuto usare nello scrivere quest’opera. Quindi ho dovuto cercarne gli autori e controllare le fonti. Era un progetto che richiedeva molta responsabilità. Ma avevo un obiettivo: rendere giustizia a William. Meritava molto di più di quanto abbia mai avuto. Gli spettava un posto all’Università molto prima di alcuni altri, che non erano storici di qualità come lui. Si aspettava di realizzarsi lavorativamente e non solo in America, ma purtroppo il destino ha deciso per lui differentemente.
Hai detto che sosteneva la famiglia lavorando al casello autostradale?
Sì. Era un uomo che non si chinava, non scendeva a compromessi, non voleva fare il portaborse a qualche docente di università e questo ha influito sulla sua situazione economica. Aveva le sue idee che avrebbero potuto infastidire qualche altro storico e quindi non ha mai avuto quello che si meritava, considerata la sua brillante mente intellettuale.
Cosa ti piaceva di più di William Klinger?
Era stimolante. La sua passione per la storia ha motivato altri colleghi a lavorare meglio. Era un vero vulcano. Quando parlava di eventi storici, parlava con passione, ma anche in modo molto competente, esponendo fatti storici. Non si poteva fare a meno di ascoltarlo con molta attenzione. Ma durante i nostri incontri scherzavamo anche sul nostro conto e ci divertivamo. Non abbiamo collaborato a stretto contatto su un determinato progetto storico, ma per lo più ci siamo incontrati frequentando gli stessi convegni e quegli incontri sono stati speciali e preziosi per me.