Oltremodo opportuna risulta essere la recentissima pubblicazione di Italiani in Istria e Dalmazia: ragioni storiche di una presenza, relazione tenuta dallo storico e giornalista Bruno De Donà il 18 giugno 2008 presso l’Ateneo di Treviso (come estratto da “Atti e Memorie dell’Ateneo di Treviso” – anno accademico 2007/08 – nuova serie, numero 25, s.i.p.). Si tratta di una rapida, sintetica e fruttuosa carrellata attraverso tutti quegli Autori, più o meno noti, che nel XIX e XX secolo hanno sostenuto, sulla base del diritto storico, l’indiscutibile appartenenza dell’Istria e della Dalmazia alla comune patria italiana.
Dicevamo opportuna, e aggiungiamo meritoria, l’iniziativa del De Donà, in quanto consente a tutti la conoscenza di studiosi che, nel generale clima di abbandono della coscienza d’essere un unico popolo dalle Alpi alla Sicilia, rischierebbero d’essere dimenticati, sepolti dal polveroso oblìo che caratterizza le epoche, come la nostra, di decadenza civile. A cominciare dal capodistriano Giambattista Combi (1827-1884), storico e patriota, il quale ben efficacemente contrapponeva gli Slavi, “villici sorvenuti [che] altro non sanno mostrare che le loro marre a chi della vita loro li ricerca”, agli Italiani che “possono additare con orgoglio i loro municipi, ricchi di insigni memorie dai tempi di Roma ai giorni nostri, e i loro statuti, fra i primi d’Italia”. E in effetti è questo il leit motiv che percorre il pensiero di tutti quegli uomini di cultura che, da Ernesto Sestan ad Attilio Tamaro, da Camillo De Franceschi a Bernardo Benussi, da Giotto Dainelli a Francesco Semi e a molti altri meno conosciuti, hanno difeso la giustezza della causa italiana in Istria e Dalmazia: la persistenza, cioè, di una ininterrotta continuità linguistica, politica, culturale, storica e spirituale in senso lato, per lo meno dalla dominazione romana – ma per la Dalmazia bisogna risalire alla colonizzazione greca – in poi, in quelle terre ora dolorosamente sottoposte al dominio straniero. E’ questo il diritto storico che giustifica e fonda la presenza italiana: epoca romana e bizantina, età dei Comuni, dominazione veneziana non sono altro che anelli di una sempiterna catena, rinnovantesi forme della antica e sempreverde civiltà istriana e dalmata che ha sempre mantenuto la propria originaria identità latina nelle tumultuose anse della storia medievale, moderna e contemporanea.
Francesco Demattè