In Russia cancellano Togliattigrad, in Italia osannano Togliatti

VAE VICTIS ?

Un tempo si considerava sconveniente parlare male di Garibaldi. Ma ci sono sempre stati nella storia ed in ogni società personaggi “mitizzati”, al di sopra quindi di ogni discussione o sospetto. Quasi come la moglie di Cesare.

Tra gli intoccabili dei nostri giorni, almeno per i suoi superstiti fans, Palmiro Togliatti. Non che non siano emerse, con il passare degli anni, precise responsabilità del compagno Palmiro, alias Ercoli, per alcune faccende accadute sia a Mosca che in Italia, ma il tutto è sempre avvenuto in modo soft, tra gli addetti ai lavori.

E mentre in Russia hanno pudicamente pensato di ribattezzare Togliattigrad, molte vie e piazze del nostro bel paese – oltre a sedi degli ex, post, neo comunisti ne ricordano orgogliosamente gesta e supposte virtù.

Ma se qualcuno – e mi piace l’abbia fatto un Ministro della Repubblica – si permette di affrontare in modo diretto e pubblico il problema e di ricordare l’amore peccaminoso con Tito ed il suo invito ai lavoratori triestini ad accogliere i gentiluomini che il Maresciallo aveva frettolosamente spedito verso Trieste nell’aprile 45, come liberatori, da un lato viene quasi giù il Teatro Verdi per gli applausi ed i clamorosi assensi (tutti fascisti ? ) e dall’altro Vanni e Tonel ( Il Piccolo, 17 febbraio ) toccati evidentemente su un nervo scoperto, reagiscono con una logica ovviamente partigiana.

Se avessero vinto i fascisti, dice Tonel, non esisterebbero più nelle nostre terre né ebrei né slavi. E’ un’ipotesi inquietante ed esecrabile, sulla quale si potrebbe discutere. E’ invece una realtà sofferta che dalla Dalmazia e dall’Istria se ne sono dovuti andare quasi tutti gli italiani e che molti di questi sono stati perseguitati dagli slavo-comunisti e sono finiti in foiba.

Ma Togliatti allora auspicava che le stesse cose avvenissero anche a Trieste, e non soltanto per 40 maledetti giorni.

Vanni afferma che i crimini ( infoibamenti eccetera ) non erano ancora stati commessi quando Togliatti stravedeva per Tito. Damnatio memoriae! Gli invieremo qualche pubblicazione che documenta le prodezze dei “liberatori” in Istria, nel ’43. Una piccola anticipazione: gli ricorda qualcosa il nome di Norma Cossetto?

Curiosamente, i due compagni rammentano in parallelo il “credito formativo” guadagnato da Togliatti con la concessione della grazia, nel 1946, ai fascisti. Secondo la loro logica, quindi, tutti coloro che avevano ritenuto di prendere le armi per difendere la loro Patria ed i loro Ideali avrebbero dovuto essere perseguitati a vita, o peggio?

Un ultima considerazione. La nota dell’ ex consigliere Claudio Tonel riporta il suo ruolo di presidente dell’associazione consiglieri della Regione Friuli Venezia Giulia. Oso pensare che non è in tale veste che egli ha ritenuto di esternare la sua opposizione al riconoscimento della qualifica di belligeranti ai combattenti della Repubblica Sociale Italiana. Per carità, libero di essere tenacemente ed eternamente “trinariciuto” (secondo la definizione dell’indimenticabile Giovannino Guareschi ), ma lo faccia almeno a titolo personale.

Fulvio Depolo