Il Presidente della Repubblica non firmi il decreto Prodi sul bilinguismo nel Friuli Venezia Giulia

Il Presidente della Repubblica non firmi il decreto Prodi sul bilinguismo nel Friuli Venezia Giulia

Per conservare la propria identità nel calderone delle grandi nazioni presenti nell’Unione europea, l’opinione pubblica slovena è ben conscia che un piccolo popolo di soli due milioni (“slovenci” significa “piccoli slavi”) ha bisogno dell’aiuto, della comprensione e della simpatia dei popoli più grandi.

Al contrario, i politici della sinistra che rappresentano gli sloveni nel Friuli Venezia Giulia non perdono occasione per suscitare intorno a loro antipatia e reazioni di fastidio. L’introduzione del bilinguismo in tutti gli uffici comunali di ben sette rioni del Comune di Trieste, a Muggia, a Gorizia, a Cividale e in frazioni del monfalconese e dell’udinese, è un’operazione volta solo ad impiegare nella Pubblica Amministrazione giovani diplomati usciti dalle scuole slovene, con un aggravio di spesa del tutto ingiustificata e con la prevedibile reazione dei giovani diplomati nelle scuole italiane che aspirano di essere assunti per svolgere incarichi ben più utili, dove peraltro possono concorrere in assoluta parità anche i diplomati delle scuole slovene.

 

L’improvvisa decisione del Governo Prodi è stata assunta in un momento particolarmente inopportuno, in concomitanza con la “risoluzione sulle etnie” del Governo sloveno che ha provocato l’unanime protesta delle comunità italiane di Capodistria, Isola e Pirano, ridotte dall’esodo a meno di tremila elementi, dal blocco del raccordo stradale Pese – Rupa (inizio dell’autostrada croata per Fiume, l’Istria e la Dalmazia), dall’introduzione nelle scuole di lingua slovena della Repubblica italiana di tesi prive di fondamento storico come quelle che vorrebbero un insediamento protostorico di sloveni a Trieste e in tutto il Veneto prima dell’avvenuta degli “occupatori” romani, per non parlare delle responsabilità naziste nell’ultima guerra addebitate all’esercito italiano perfino dopo l’8 settembre 1943.

Al fine di scongiurare il pericolo che si guastino i buoni rapporti tra italiani e sloveni nella nostra Regione, chiedo al Presidente della Repubblica Napolitano di non firmare il Decreto Prodi, che non passa al vaglio delle Camere, il quale oltretutto estenderebbe il bilinguismo a Cividale e ad una parte del monfalconese, dove non esistono sloveni, ed invito i numerosi sloveni moderati della nostra Regione a far sentire la loro voce di dissenso verso una classe dirigente di sinistra, miope e controproducente, e per dar forza ad una politica lungimirante delle minoranze ed europea.

On. Renzo de’Vidovich

Presidente storico del Comitato contro il bilinguismo

e già componente del Comitato per l’attuazione della legge di tutela degli sloveni