Il Museo del Risorgimento
Cos’è?
Il Museo del Risorgimento si trova in un edificio progettato specificamente dall’architetto Umberto Nordio nel 1934 e decorato con affreschi realizzati da Carlo Sbisà. Sorge in piazza Oberdan, una delle zone di Trieste trasformate radicalmente sotto il profilo urbanistico nei primi decenni del XX secolo.
Fino al 1927, l’area era dominata da una grande caserma austriaca, una costruzione imponente risalente al XVIII secolo che simboleggiava il controllo asburgico sulla città, terminato con la conclusione della Prima guerra mondiale nel 1918. In questa caserma, nel dicembre del 1882, venne imprigionato e giustiziato Guglielmo Oberdan, giovane patriota triestino noto per il suo tentativo fallito di assassinare l’imperatore Francesco Giuseppe.
La storia
La riorganizzazione urbanistica della piazza, avvenuta tra il 1931 e il 1935, segnò un netto capovolgimento simbolico. Al posto della caserma austriaca, vennero costruiti un sacrario dedicato a Oberdan, considerato martire dell’oppressione austro-ungarica, e un edificio firmato da Nordio destinato a ospitare testimonianze delle battaglie risorgimentali e della partecipazione patriottica di Trieste alla Prima guerra mondiale.
Il Museo rappresenta sia uno spazio espositivo per cimeli e documenti storici, sia un luogo simbolico che racconta un capitolo cruciale della storia triestina. Esalta, infatti, l’impegno patriottico volto a unire Trieste e la Venezia Giulia al Regno d’Italia, tra il 1861 e il 1918.
Inizialmente, le raccolte risorgimentali erano custodite presso il Museo di Storia Patria, istituito nel 1910 a Villa Basevi, nel quartiere di San Giacomo. Dopo la Grande Guerra, il patrimonio museale si arricchì con i reperti legati ai volontari triestini che combatterono nelle file dell’esercito italiano. Il Museo di Storia Patria e del Risorgimento, inaugurato a villa Basevi nel 1925, rimase operativo per quasi un decennio, fino all’apertura dell’attuale sede di piazza Oberdan nell’aprile del 1934.
Il Sacrario Guglielmo Oberdan
Dal cuore della piazza si accede direttamente al sacrario dedicato a Guglielmo Oberdan, grazie a un ingresso indipendente che conduce a uno spazio denso di significato storico e simbolico. Al suo interno, due elementi catturano immediatamente l’attenzione: una maestosa statua di Oberdan, affiancato da due figure alate che incarnano la Patria e la Libertà, scolpita da Attilio Selva, e la cella originale della vecchia caserma, dove il giovane irredentista fu detenuto prima della sua impiccagione.
L’intera struttura è un manifesto simbolico che trascende i confini della piazza. La torre squadrata che si innalza sull’edificio, coronata da una bandiera tricolore che svetta sopra le costruzioni circostanti, amplifica il richiamo all’identità nazionale. Questo slancio simbolico si collega idealmente al lontano monumento ai caduti della Grande Guerra (1915-1918), situato sul colle di San Giusto e anch’esso opera di Selva, ben visibile a distanza.
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