Nicoletta Barducci ha sostenuto quest’anno gli esami di terza media. Per la prova di italiano doveva scrivere alcune pagine di un diario. Nicoletta lo ha fatto, immaginandosi nei panni della nonna, ed ambientando il tutto a Umago tra il 1938 e il 1944. Ne è uscito uno spaccato a dir poco commovente.
Un docente ce lo ha segnalato e – previa autorizzazione del genitori – vi proponiamo queste pagine di diario, affinchè anche voi possiate esser partecipi della nostra commozione nel leggere queste parole uscite dalla penna di una quattordicenne a oltre sessanta anni da quei tragici eventi.
Grazie Nicoletta, grazie di tutto cuore.
26/12/1938
Caro Diario,
ieri, per Natale, sei stato regalato a me. Non ho mai avuto un diario tutto mio dove poter esprimere i miei sentimenti, scrivere le cose che non racconterei a nessuno …. insomma sono felice di averti ricevuto. Trovo insensato scrivere ogni sera quello che ho fatto durante la giornata, tieniti pronto a sapere solamente le cose più importanti su di me …
beh! Forse è meglio che mi presenti. Sono Edda Tessarolo, nata e sempre vissuta a Umago, ho otto anni, quasi nove e vivo con la mia famiglia in una casa modesta, nel centro del mio paese. Qui conosco tutti molto bene infatti c’è una sola scuola frequentata, ovviamente, da qualsiasi ragazzo che vive nei dintorni. Ho molti amici e questo grazie al fatto che non mi arrabbio facilmente anche se spesso mi capita di litigare con i miei fratelli.
A proposito! Mia sorella si chiama Maria (tutti la chiamano Mariucci) è più grande di me e pensa di essere la mamma: mi riprende ogni volta che faccio un errore quando lei ne commette il doppio. Ho poi un fratello più piccolo si chiama Aldo e ha appena quattro anni, è molto carino, simpatico e tranquillo anche se, qualche volta non mi lascia studiare e quindi non lo sopporto!
Della mia famiglia non ho ancora presentato i miei genitori: mia mamma, Ernesta, molto dolce e amorevole, non lavora perché deve stare a casa con noi bambini quindi l’unico a mantenere la famiglia è papà Antonio; il suo è un lavoro meraviglioso: è il direttore dell’orchestra comunale che tra pochi giorni farà un concerto; non vedo l’ora!
Saluti Edda
1/1/1939
Caro Diario,
Ieri sera, il concerto per la fine dell’anno era meraviglioso! Mi sono quasi commossa nell’ascoltare quelle belle canzoni!
Ti saluti e ti auguro di passare un meraviglioso anno!
Edda
3/6/1940
Caro Diario,
non ti scrivo più da un anno! Scusami ma ti avevo messo in una borsetta che ho lasciato dietro la porta per un sacco di tempo! Non sai quanto ti ho cercato! Ero così in pensiero … credevo di averti perso!
Va beh! L’importante è che ora ti ho ritrovato e che potrà continuare a scriverti a meno che non ti perda un’altra volta!
Credo che sia giunto il momento di raccontarti quello che è successo durante tutto questo tempo: la cosa più importante è sicuramente, lo scoppio della guerra. Sinceramente non capisco perché il mondo debba sempre essere in conflitto… insomma si stà molto meglio senza bombe, aerei e cose del genere… comunque stà accadendo questo e bisogna lottare per andare avanti. Tutti nel mio paese sono preoccupati e impauriti dai numerosi bombardamenti che colpiscono le zone circostanti e anche noi abbiamo paura. Ogni sera, la mamma, prima di metterci a letto ci raccomanda di stare bene attenti alle sirene che suonano prima di ogni bombardamento; fino ad ora non è mai successo niente durante la notte ma sappiamo che potrebbe accadere tutto da un momento all’altro…
Oltre a queste cose sicuramente non divertenti, volevo dirti che Aldo a settembre comincia le elementari, io le medie e Mariucci le superiori.
Ciao Edda.
P.S. Speriamo che la guerra non duri ancora a lungo..non voglio che accada qualcosa di brutto alla mia famiglia!
25/12/1940
Caro Diario,
Intanto ti auguro un Buon Natale anche se per noi non è poi così tanto buono… quest’anno non festeggiamo nulla, ci sembra ridicolo fare festa quando fuori c’è qualcuno che muore….
Sono sconvolta da quello che stà accadendo in questo periodo nel mondo; la guerra mi fa molta paura e non voglio neanche pensare a quello che ci potrebbe succedere… nessuno è felice come una volta e tutto questo a causa della guerra. E’ vero anche che in casa nostra si ride e ci divertiamo, ma non me la sento di raccontarti queste cose felici in un contesto così triste.
Ci sentiremo fra molto tempo…
Saluti Edda
14/9/1941
Caro Diario,
Oggi, prima di cominciare a scriverti, ho riletto un paio di volta quello che ti avevo detto l’altra volta: era veramente triste… scusa, non ti avrà fatto sicuramente piacere quello che ti ho raccontato e, purtroppo, le cose che ti scriverò oggi non sono troppo diverse da quelle dell’altra volta.
Pensa che anche le canzoni di mio papà; una volta piene di allegria, ora, sono diventate tristi, pensa e in esse si specchia la guerra, l’umore dei soldati e tutta quella malinconia che ognuno di noi ha nel cuore.
Ho però anche una bellissima notizia: mia sorella ha un nuovo fidanzato, è carino, simpatico, è l’ideale per lei. Si è offerto come volontario dell’ARMIR (Armata Italiana in Russia); ci manda spesso lettere nelle quali dice di stare bene, ma noi non siamo certi delle sue condizioni di salute… ti scriverò quando avrò qualche notizia…..
20/8/1942
Caro Diario,
quello che stà succedendo è terribile; ora ti racconto: sembra che un gruppo di partigiani stia ispezionando il territorio per trovare eventuali fascisti… insomma, stanno cercando mio padre! Inizialmente non capivo il perchè di tutto ciò poi ho chiesto a mia mamma e lei mi ha risposto.
Edda, è difficile capire alla tua età; papà, per fare il suo lavoro, ha dovuto giurare fedeltà al Partito Fascista e ora …. Potrebbe accadergli qualsiasi cosa. Tu stai tranquilla… andrà tutto bene – spiegami tu come posso stare tranquilla!!!
Io voglio bene a mio papà e non voglio che gli si faccia del male!
Ciao Edda
19/2/1944
Caro Diario,
Sono passati quasi due anni dall’ultima volta che ti ho scritto e sento il bisogno di raccontarti quello che è successo.
Stavamo cenando quando qualcuno bussò alla porta: i miei genitori si guardarono impauriti mentre noi ragazzi non capivamo cosa stesse succedendo.
Mia mamma si alzò lentamente pulendosi la bocca con un tovagliolo poi si diresse verso la porta senza dire una parola.
-Suo marito dov’è? – disse una voce ferma e cupa. Papà si alzò e, mettendo una mano sulla spalla della mamma, si avvicinò alla porta e disse – mi cercavate? Eccomi – noi rimanemmo a tavola: ascoltammo il dialogo e cercavamo di capire chi era l’uomo che si intravvedeva nel buio.
– Ci segua – urlò il signore prendendo mio padre par i polsi. Io e i miei fratelli ci alzammo – Non prendete il nostro papà! Dove lo portate?!?-
– state calmi – disse la mamma mentre una lacrima le rigava il viso. Sapeva che papà non sarebbe più tornato a casa.
Ciao Edda.
20/2/1944
Caro Diario,
Mamma ha detto che, probabilmente, andremo in un collegio. Non sono felice di lasciarla sola anche se so che lei sarà felice di sapere che noi saremo in un bel posto dove vivremo bene Lei non riuscirebbe a mantenerci se noi rimanessimo qui.
Io verrò mandata in collegio a Bologna, Aldo a Roma e Mariucci a Milano.
La mamma ha detto che, anche se saremo lontani rimarremo sempre uniti con i nostri cuori.
Ti saluto molto
Edda