Giorno del Ricordo a Ragogna: perché certe polemiche?

Sabato 10 febbraio, a Ragogna, si è tenuta la ricorrente commemorazione dei Martiri delle Foibe, dell’Esodo giuliano-dalmata e dei Caduti per l’Italia. La giornata, come è stato documentato dal Messaggero Veneto stesso, si è svolta nella massima tranquillità, in un raro clima di rispetto e condivisione, che ha coinvolto le Scuole, le Associazioni, i Rappresentanti della Provincia e della Regione, l’Amministrazione comunale e alcuni esponenti del principale Gruppo di opposizione ragognese, in parte riconducibili a diversificate collocazioni politiche ma accomunati dal medesimo senso civile.

Tuttavia, è con amarezza che devo segnalare il negativo atteggiamento esibito nei confronti della Giornata del Ricordo da taluni membri della seconda lista d’opposizione locale, legati alla sinistra radicale. In linea con la politica negazionista ancora promossa da determinati ambienti, essi non solo non hanno aderito alla solennità, ma si sono lanciati in un’improbabile polemica vertente sulla presenza alle celebrazioni di alcuni ragazzi “con i capelli rasati e vestiti in scuro” .

Ora, che ognuno sia libero di indossare i capi d’abbigliamento prediletti, risulta del tutto evidente. Altrettanto lampante si avverte l’inaccettabilità del costume, tipico di certi maestri di democrazia militanti in partiti apertamente comunisti, di discriminare, causa il loro look, delle persone comportatesi in maniera ineccepibile. Non si capisce davvero perché da tale area si insista ad arrampicarsi sui pretesti più kafkiani per tentare di delegittimare la memoria di quei tragici eventi…

Detto ciò, mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente tutti i partecipanti alle celebrazioni del 10 Febbraio e di invitarli caldamente ad intervenire ancora in qualsiasi iniziativa di proprio interesse, non curandosi di speculazioni tanto puerili.

Marco Pascoli