«Non possiamo accettare una simile situazione». L’Unione degli istriani, a firma del presidente Massimiliano Lacota, protesta vivacemente contro ciò che sta accadendo in questi giorni agli esuli quando chiedono una duplicazione della carta di circolazione o quando acquistano una macchina nuova: trovano accanto alla città di nascita (ad esempio Pola) anche l’indicazione dello Stato (per giunta sbagliato, poiché la stessa Pola viene situata in «Serbia-Montenegro»). Sono oltre un centinaio, afferma Lacota, le segnalazioni pervenute in pochi giorni all’Unione degli istriani da tutta Italia, «con tanto di documentazione e note di protesta per la mancata applicazione della legge del 15 febbraio 1989, n. 54». La quale impone che tutte le amministrazioni dello Stato e del parastato, gli enti e in genere ogni ufficio o ente «nel rilasciare attestazioni, dichiarazioni, documenti ai cittadini italiani nati in comuni già sotto la sovranità italiana e oggi compresi in territorio ceduti ad altri Stati hanno l’obbligo di riportare, come luogo di nascita, solo il nome italiano del Comune, senza alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene». Il problema, secondo Lacota, sta «nei programmi dei terminali della Motorizzazione civile e del Pubblico registro automobilistico, gestito dall’Aci». I quali pare non siano in possesso di una circolare per l’inserimento dei dati corretti. Né è aggiornato il «cervellone» di Roma. E’ stato interessato il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che ha promesso di occuparsene dopo le ferie estive. A ottobre partirà una verifica. Simile problema esiste per le tesserine del codice fiscale, dove accanto al nome italiano del Comune di nascita viene ancora aggiunto: «Jugoslavia». Il Piccolo 15/08/05 |