“Altro che liberazione” I tre volti dell’antifascismo

Il Comune di Gorizia, la Lega Nazionale di Gorizia e il comitato isontino dell’ANVGD saranno presenti anche quest’anno, con la deposizione di un omaggio floreale ai piedi della targa in Largo 27 marzo per ricordare le grandi manifestazioni di piazza del 26 e 27 marzo 1946. In quei giorni migliaia di cittadini scesero nelle strade per affermare l’identità italiana di Gorizia davanti alla Commissione interalleata, giunta a Gorizia per definire i confini tra Italia e Jugoslavia. Nella circostanza fu decisivo l’apporto dell’Associazione Giovanile Italiana e della Lega Nazionale. Proprio per ricordare questi accadimenti è stato intitolato il Largo 27 Marzo, che congiunge le vie Oberdan e Mameli, dietro il Palazzo dell’Inps. La cittadinanza è invitata a partecipare, per ricordare quel forte segnale di appartenenza all’Italia, e ringraziare chi con coraggio rivendicò l’italianità di Gorizia. Al termine della cerimonia, trasferimento nella Sala Dora Bassi per la presentazione a cura dell’ANVGD Gorizia del libro ‘’Altro che liberazione!’’ I tre volti dell’antifascismo di Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega Nazionale di Trieste.

“Altro che liberazione” è la frase che esclamò Francesco Cossiga in occasione del suo omaggio ai martiri delle foibe il 3 novembre del 1991, prima che Basovizza diventasse monumento nazionale – nel 1992, durante il mandato del successore Oscar Luigi Scalfaro -, contribuendo a far cadere il veto politico su una delle pagine più dolorose della storia italiana. L’immagine del Presidente in ginocchio davanti alle foibe aprì un varco, e dopo la visita a Basovizza del Presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2000, si arrivò a istituire il Giorno del Ricordo, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004. Sardos Albertini, presidente della Lega Nazionale di Trieste, ha scelto questa foto per il retro della copertina della sua ultima opera, in cui partendo dagli anni ’20 per giungere ai giorni nostri fa chiarezza sul significato di Fascismo, Antifascismo, Resistenza e Liberazione.

Sarà lo stesso autore, dopo l’intervento del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna e l’introduzione della presidente del comitato dell’ANVGD di Gorizia prof.ssa Maria Grazia Ziberna, a presentarci il testo, nell’ambito del progetto “I giovani sulle tracce della memoria” coordinato dal Comune di Gorizia e finanziato dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. “Alcuni si sono impossessati dei concetti di Antifascismo, Resistenza e Liberazione, impedendo una lettura diversa dalla loro. Ad esempio hanno vietato di affermare che l’Antifascismo è finito, con la fine del Fascismo. Hanno rimosso la constatazione che non c’era stata una sola Resistenza, ma tante e diverse Resistenze (quella monarchica, dei militari fedeli al Re, quella liberale, quella della “Osoppo”) “. E fu proprio la fedeltà al governo italiano dei partigiani della “Osoppo” il motivo per cui furono trucidati a Porzûs nel febbraio del ’45 dai partigiani comunisti della “Garibaldi” che sostenevano le pretese annessionistiche del maresciallo Tito sulla Venezia Giulia.

“Hanno preteso di negare una verità solare: la Liberazione, la sconfitta dei nazisti e dei loro alleati è merito primario, quasi esclusivo, delle truppe Alleate, con a fianco i militari italiani del Regno del Sud. (…) Basta con l’Antifascismo, basta con il Fascismo, la realtà storica ha messo la parola fine a tutto ciò, ancora tanti decenni orsono. Nel 1948 l’Italia scelse a maggioranza assoluta il no al Comunismo, che ebbe come conseguenza governi centristi, strettamente alleati agli USA e all’Occidente. Gli eredi della Repubblica sociale, sotto la sigla di Movimento Sociale, furono soltanto sei in Parlamento, uno solo in Senato. La scelta già all’epoca non fu tra fascismo e antifascismo, ma tra Comunismo e Anticomunismo, secondo la logica della Guerra fredda”. La lucida analisi di Sardos Albertini fa un quadro della storia d’Italia che deve farci riflettere.