Proponiamo due documenti parlamentari che ci riguardano come Lega Nazionale. Innanzitutto un’interrogazione presentata dall’on. Roberto Menia al Ministro della Pubblica Istruzione sulla vicenda delle “Cartelle Italia”. In tale documento la Lega è definita come “antico sodalizio patriottico” e ne siamo orgogliosi. Il secondo documento è la risposta del Ministro a tale interrogazione. In questo, a proposito della Lega, si legge: “la Lega Nazionale , sodalizio che si prefigge di promuovere ovunque la conoscenza, lo studio, l’amore e la difesa della lingua, delle tradizioni e della civiltà italiana della Venezia Giulia. Per perseguire tali fini indipendentemente da qualsivoglia partito o organizzazione di parte, promuove attività culturali, educative, assistenziali e ricreative di vario genere”. Anche tale definizione ci riempie di soddisfazione e costituisce stimolo a continuare nel nostro impegno di sempre. Nel merito della risposta del Ministero rileviamo come la stessa porti in calce la dicitura “per il Ministro” e quindi una firma illeggibile. Poichè in essa non troviamo alcuna parola di adeguata condanna per gli insegnanti “trinariciuti”, ci viene un dubbio: non sarà forse che quella firma illeggibile appartenga magari a Ponzio Pilato ?
Menia – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. – Per sapere – premesso che:
nella ricorrenza del 50° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia, la Lega Nazionale (antico sodalizio patriottico triestino) e il Comitato Tricolore per il Cinquantenario con “l’apprezzamento del Presidente della Repubblica” hanno fatto pervenire a tutte le scuole del capoluogo giuliano migliaia di kit contenenti una maglietta bianca rossa e verde, una bandiera nazionale, il testo su pergamena dell’Inno nazionale ed una breve nota storica sulla ricorrenza;
in alcune scuole di Trieste sono accaduti fatti vergognosi come quelli di seguito riportati:
– nella scuola media “Dante Alighieri” subito dopo la distribuzione delle cartelle alcuni insegnanti hanno ritirato e stracciato di fronte agli attoniti bambini i testi dell’Inno di Mameli ciò a seguito della constatazione che nella quarta strofa dell’Inno si canta : “i bimbi d’Italia si chiaman Balilla” e dunque si trattava a loro giudizio di una “operazione fascista” (forse è opportuno ricordare che Mameli scrisse l’inno nel 1847 ed essendo genovese ricordò l’episodio del genovese balilla);
– nelle scuole elementari Saba e Tarabocchia le cartelle tricolori sono state rifiutate o rimandate ai mittenti e in un caso gli Inni nazionali hanno avuto sorte analoga a quella sopra citata secondo gli insegnanti si trattava di impedire la “politicizzazione della scuola, strumentalizzazione della storia e la …(sic!) rivalutazione del fascismo. Proprio in queste scuole gli insegnanti avevano alcuni mesi fa indirizzato ai genitori una lettera nella quale chiedevano di portare i bambini in piazza contro la riforma del Governo.
– se il Ministro attraverso le proprie strutture periferiche intenda verificare quanto è accaduto nelle scuole triestine a proposito del rifiuto delle bandiere nazionali e della censura dell’Inno nazionale;
– se in particolare intenda prendere dei provvedimenti nei confronti di quegli insegnanti o dirigenti scolastici che si sono dimostrati così solerti nello svilire e nell’annientare l’amor patrio oltre che sabotare una iniziativa che aveva l’autorevole avvallo del Capo dello Stato. (4 – 10031)-
on.le Roberto Menia