Come la Foiba di Basovizza diventò monumento nazionale la ricostruzione di Girogio Tombesi

La ricostruzione di Giorgio Tombesi del lungo travaglio che ha preceduto il riconoscimento della Foiba di Basovizza quale monumento nazionale. La Lega Nazionale in prima linea.

Ecco come la Foiba di Basovizza è diventata monumento nazionale

Eletto deputato nel 1976, venni a conoscenza delle foibe dalla pubblicazione fatta nel novembre di quell’anno dalla Famia Ruvignisa della Unione degli Istriani, coordinata da Ciro Manganaro e dall’opuscolo edito dalla Associazione Venezia Giulia e Dalmazia ad opera di padre Fiaminio Rocchi.
Da esse risulta che le prime salme furono recuperate nell’agosto dei 1947 e che in occasione della chiusura delle due foibe di Basovizza e Monrupino, per iniziativa dei Ministero della Difesa?Commissariato per le onoranze ai caduti, il 2 novembre 1959 ci fu la prima manifestazione ufficiale da parte delle autorità locali a ricordo e suffragio degli infoibati.
Rilevando che mentre alla Risiera di S.Sabba era stato riconosciuto la qualifica di monumento nazionale ai sensi della L.I.6.39 n. 1089, alle foibe di Basovizza e Trebiciano tale riconoscimento non era stato ancora dato, chiedevo in data 25 giugno 1977 al Ministro dei Beni Culturali, allora Mario Pedini competente in materia, di promuovere questo riconoscimento.
Questa richiesta la feci in stretto contatto con la ANVGD dei cui Comitato Provinciale di Trieste ero presidente e con l’on. Giacomo Bologna che mi aveva preceduto nell’incarico parlamentare.
Intervenni a sostegno di questa mia richiesta presso il Ministro degli Esteri, allora on. Forlani e presso il Ministro degli Interni allora on. Cossiga nonché presso la Presidenza dei Consiglio dei Ministri sia con lettera che con incontri personali.
Seguii la pratica anche nella fase istruttoria presso la Sopraintendenza delle Belle Arti di Trieste. Poi interessai alla pratica l’on. Dario Antoniozzi succeduto a Pedini nell’incarico di Ministro e ricevetti in data 25.5.78 assicurazione che il provvedimento da me richiesto era in fase istruttoria.
Non mi risulta che in tale periodo alcun partito politico o associazione abbia preso iniziative per il riconoscimento delle foibe o a supporto della mia richiesta che pur era stata adeguatamente pubblicizzata.
L’8 novembre 79 con interrogazione a risposta scritta sollecitai una definizione della pratica e quindi appresi che in data 22 febbraio 1980 il Ministro Biasini, succeduto ad Antoniozzi, aveva emesso i relativi decreti sia per la foiba di Basovizza che per quella di Trebiciano e che essi erano stati notificati al Comune di Trieste il 17.3.80.
Queste date, che si leggono sui decreti, mi facevano rilevare che l’allora Sindaco Cecovini, tacendo su questo provvedimento, quanto meno in quel momento non riteneva di associarsi ad alcuna manifestazione di compiacimento e nemmeno prendere atto dei risultato ottenuto.
Allora decidemmo, il Vice presidente della Lega Nazionale prof. Enrico Tagliaferro ed io, di dare noi la notizia alla cittadinanza, cosa che fu fatta sulla stampa locale il 20 giugno e di offrire al Sindaco Cecovini, nonostante il suo comportamento non incoraggiante, la presidenza di un Comitato per le onoranze. Non avendo egli accettato, procedemmo noi convocando presso la Lega Nazionale tutte le associazioni patriottiche e d’arma il 26 gennaio 1981.
Dopo questa riunione il presidente Tagliaferro in data 23 febbraio 1981 mise al corrente il Sindaco Cecovini dei risultati e chiese che almeno il Comune partecipasse ad uno dei tre Comitati (organizzativo, promotore e d’onore che dovevano costruirsi).
In questa lettera scritta in accordo con me, il Presidente Tagliaferro faceva anche presente a Cecovini che “la Lega Nazionale vedrebbe con particolare simpatia se dei Comitato promotore volesse entrare a far parte anche almeno una associazione culturale della minoranza slovena proprio per dare con tale adesione, e nel supremo doveroso rispetto verso i morti, una testimonianza di deprecazione per ogni atto di violenza nonché un tangibile segno di quella tanto auspicata distensione tra i popoli”.
Non risulta che il Sindaco abbia mai dato risposta a questa lettera anche perché la pratica in Comune è inspiegabilmente priva di questa documentazione.
Ci ponemmo quindi il problema di un omaggio di un rappresentante dei Governo alle foibe, magari abbinato ad un omaggio alla Risiera dì S.Sabba, che era stata in quegli anni oggetto di molte manifestazioni ufficiali.
Si costituì nel maggio 1982 un Comitato presso la Lega Nazionale costituito dal prof. Enrico Tagliaferro (Lega Nazionale) dal sig. Fulvio Miani (Unione degli Istriani) e dal sottoscritto (Comitato provinciale dello ANVGD), e la presidenza fu affidata all’on.Paolo Barbi (presidente nazionale dello ANVGD).
Al sen. Barbi fu affidato in particolare l’incarico di adoperarsi perché il Governo designasse un rappresentante ufficiale ad una manifestazione a carattere nazionale per onorare la memoria degli infoibati.
L’occasione per questa manifestazione poteva essere la presenza a Trieste dei Capo dei Governo allora sen. Spadolini annunciato per la celebrazione dei 150° anniversario delle Assicurazioni Generali che doveva aver luogo nel giugno seguente.
Contattai personalmente Spadolini per prospettargli questa possibilità e avendo da lui ricevuto un rifiuto motivato dalla preoccupazione che ciò costituisse una turbativa nei rapporti con la Jugoslavia feci intervenire presso di lui il presidente dei Senato Fanfani ed il Presidente della Commissione Affari Esteri Andreotti che invece ritenevano opportuna la presenza alle foibe dei presidente Spadolini.
Di fronte alla resistenza di Spadolini, Andreotti mi suggerì di prendere un contatto con l’allora ambasciatore jugoslavo Marko Kosin. Nemmeno l’esito positivo del contatto con Kosin che era d’accordo con me, dopo aver riservatamente contattato il suo governo, fu sufficiente a vincere le preoccupazioni di Spadolini, che decise di non intervenire nemmeno alle manifestazioni delle Assicurazioni Generali designando in sua vece il sottosegretario all’industria Rebecchini.
Sabato 26 giugno alla foiba di Basovizza si svolse quindi la cerimonia ufficiale con la messa in suffragio celebrata dal Vescovo di allora Mons. Bellomi, presente in rappresentanza dei Governo il sen. Rebecchini, il presidente Barbi, il sottoscritto, autorità civili e militari, rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’arma, delle associazioni dei profughi giuliani e dalmati di alcuni partiti politici (vedi il Piccolo del 27.6.82).
Il 24 settembre seguente a richiesta dei soprintendente ai Beni Culturali vengono inviati alla conservatoria dei registri immobiliari (Registro tavolare) la nota di trascrizione dei decreti relative alle due foibe.
Il 3 novembre 1991 finalmente, dopo ben undici anni dal riconoscimento avvenuto, il Presidente della Repubblica Cossiga si recò alta foiba di Basovizza e successivamente l’11 febbraio 1993 vi si recò anche il suo successore Scalfaro, che l’11.9.92 aveva reiterato il decreto governativo dei 22.2.1980 peraltro limitatamente alla Foiba di Basovizza, avendo dimenticato quella di Monrupino.
La reiterazione dei decreto fu richiesta dal Movimento Sociale e dalla Lista per Trieste e probabilmente anche dal Comitato per le onoranze ai caduti delle foibe, con la motivazione che il decreto per la Risiera era stato sottoscritto dal Presidente della Repubblica, anche se la legge non lo prevedeva, mentre quello per le foibe era firmato dal Ministro. Quindi aveva un valore morale ripeterlo nella stessa forma anche per le foibe.
In questo senso appoggiai la richiesta che mi era stata illustrata dal consigliere regionale Gambassini. Vi fu anche uno scambio di lettere tra me ed il Presidente Scalfaro, che per sottolineare la mia adesione a questa proposta incaricò me di darne comunicazione a Trieste.
La richiesta della reiterazione però nascondeva un fine politico, che era quello di attribuire alla LpT e al Msi, nonché al Comitato per le onoranze, dei meriti che facessero dimenticare la mancanza di impegno che queste due forze politiche ebbero nel 1982, dove addirittura si cercò di non dare pubblicità all’avvenuto riconoscimento.
Questa interpretazione è avallata dalla pubblicazione fatta dal Comitato per le onoranze nel 1944 e da tutti gli atti e le manifestazioni che sono seguite.
Scrivo questo brevi note per ricordare le difficili vicende dei riconoscimento delle foibe a monumento nazionale onde evitare che la speculazione che oggi si fa a proposito di questo riconoscimento sia un’ulteriore offesa alla memoria dei poveri infoibati che si aggiunge a quella della loro morte ingiusta e del colpevole silenzio dei governo italiano e dei partiti politici.

Giorgio Tombesi

tratto da
“TriesteOggi” venerdì 12 novembre 2004