Un giorno per ricordare quei diciassettemila italiani ingoiati dalla terra e dall’odio che si scatenò, a guerra finita, tra i partigiani titini e gli italiani dell’Istria e del Friuli Venezia Giulia.
Foibe, sì della Camera al ‘giorno del ricordo’
Il 10 febbraio diventerà il giorno per ricordare gli infoibati. Spaccatura nella sinistra italiana: hanno votato contro Rifondazione e Pdci
Un giorno, il 10 febbraio, per ricordare quei diciassettemila italiani ingoiati dalla terra e dall’odio che si scatenò, a guerra finita, tra i partigiani titini e gli italiani dell’Istria e del Friuli Venezia Giulia. Oggi con il sì dell’Aula della Camera alla proposta di legge è stata istituito, per il 10 febbraio, il ‘Giorno del ricordo’ per le vittime delle foibe, e concede un riconoscimento ai familiari degli infoibati in Istria.
Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. I voti a favore sono stati 502, 15 quelli contrari, mentre 4 deputati si sono astenuti. In particolare, hanno votato contro i deputati di Rifondazione comunista e del Pdci.
Il provvedimento approvato oggi a Montecitorio istituisce il “Giorno del Ricordo”, che sarà celebrato il 10 febbraio di ogni anno “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, l’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e la più complessa vicenda del confine orientale. In questa giornata saranno organizzate “iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso le scuole di ogni ordine e grado”, oltre a convegni, incontri e dibattiti “in modo tale da conservare la memoria di quelle vicende”.
Ai familiari delle vittime delle foibe nella Venezia-Giulia verrà consegnata un’insegna in acciaio brunito e smalto con la scritta “La Repubblica italiana ricorda”. La targa verrà consegnata non solo ai familiari degli ‘infoibati’, ma anche a quelli di tutti coloro i quali, dall’8 settembre del 1943 al 10 febbraio del 1947, sono scomparsi per mano delle truppe di Tito in Istria, in Dalmazia e nelle province dell’attuale confine italiano con la Croazia.
Nessuno sa con precisione quante siano state le vittime delle foibe perché nessuno allora tenne quella tragica contabilità, ma anche perché in molti comuni i partigiani di Tito distrussero le anagrafi per occultare il numero dei loro misfatti. Secondo una pubblicazione citata nella relazione alla proposta di legge, gli ‘infoibati’ sarebbero stati circa diciassettemila.
“Tutti – si legge nella relazione – soppressi perché italiani; tutti con il loro sacrificio hanno ancora una volta cementato la storia dell’Istria e della Dalmazia e quella dell’Italia”. L’individuazione dei destinatari della targa competerà ad una speciale commissione di nove membri costituita presso la presidenza del Consiglio di cui faranno parte i capi servizio degli uffici storici degli stati maggiori dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, due rappresentanti del comitato per le onoranze ai caduti delle foibe, un esperto designato dall’Istituto regionale per la cultura istriana di Trieste, un esperto designato dalla Federazione delle associazioni degli esuli dell’Istria di Fiume e della Dalmazia, e un funzionario del ministero dell’Interno. Tutta la documentazione raccolta verrà poi devoluta all’Archivio centrale di Stato.
Tra gli applausi di tutta l’aula di Montecitorio, il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha voluto esprimere la propria soddisfazione: “Oggi è stato compiuto un atto di riconciliazione nazionale, di verità e di giustizia, una testimonianza di amore verso tanti italiani per troppo tempo dimenticati”.
articolo tratto da Vivacity del 11 febbraio 2004