Il Piccolo 20/09/05
Camber: «Jansa rinfocola divisioni anti-storiche»
TRIESTE «Ha destato sconcerto la recentissima istituzione nella repubblica di Slovenia di una nuova festa nazionale, denominata “Giornata della riannessione alla madrepatria del litorale istriano”». Lo scrive il senatore Giulio Camber in una interrogazione urgente a risposta scritta rivolta al ministero per le Politiche Comunitarie.
Camber qualifica la nuova festività come «un’iniziativa tesa a rivangare sentimenti rinfocolanti e giustificanti divisioni e odi certamente antitetici allo spirito dell’Unione europea». Secondo il senatore triestino di Forza Italia questo «spirito contrastante con i principi della Ue ha trovato esplicitazione di indubbia interpretazione nelle parole di chi, alla cerimonia tenutasi venerdì 16 settembre a Portorose, in occasione della prima “Giornata della riannessione”, ha imperniato il proprio intervento sul “rammarico” per la mancata annessione” all’ex Jugoslavia, oltre che dell’Istria, “di Trieste, Gorizia e parte del Veneto“». Il senatore si riferisce, senza nominarlo esplicitamente, al premier sloveno Janez Jansa il quale aveva appunto accusato il regime comunista jugoslavo di aver portato il Paese al di là della cortina di ferro e di aver perso così l’occasione per avere Trieste, Gorizia e la Slavia veneta, cioè la zona delle Valli del natisone.
Il senatore prosegue affermando che «la festa nazionale, il rammarico per la mancata annessione, la mancata restituzione delle realità degli Esuli aventi diritto (richiesta dalla Repubblica Italiana e rimasta priva di riscontro sostanziale) configurano nel loro complesso una sequenza di fatto oggettivamente configuranti un motivato e concreto modus cogitandi et agendi confliggente con la ratio informatrice dell’Ue». In parole povere la Slovenia non ha restituito i beni agli esuli e con il suo comportamento nazionalistico è in totale conflitto con i principi fondanti dell’Unione europea.
Il senatore ricorda che l’Italia ha dato parere favorevole all’ingresso della repubblica di Slovenia nell’Ue «comunque evidenziando il diritto dei cittadini italiani (espropriati e costretti ad esodare da un regime dittatoriale allora vigente nella Jugoslavia) a riottenere da parte delle nuove repubbliche nate dal dissolvimento della Jugoslavia il diritto alla restituzione delle realtà in allora espropriate senza ragione giuridica alcuna». E ricorda che «la nostra repubblica si è del pari adoperata affinchè i nuovi stati possano partecipare alla grande realtà dell’Ue: così adoperandosi l’Italia per superare e far superare storiche divisioni e storiche ingiustizie».
Tutto ciò premesso, Camber individua il superamento delle «divisioni antistoriche» nel riconoscere il diritto dei cittadini «espropriati ed esodati con la forza» a riavere i beni loro sottratti, non con azioni simboliche ma con percorsi giuridici concreti che garantiscano i loro diritti di proprietà, come tali «tutelati dalla Ue».
pl.s.