Lutto sacrosanto, turpe affibbiargli etichette politiche

Lutto sacrosanto, turpe affibbiargli etichette politiche

LA POLEMICA di STEFANO PILOTTO*

La data del 10 febbraio è arrivata, è la Giornata del Ricordo.

La questione delle foibe s’impone.

Ha riguardato fra i 10.000 e i 20.000 esseri umani, perlopiù, massacrati nelle caverne naturali dell’altipiano carsico, a ridosso di Trieste e nella penisola istriana, fra il ‘ 43 e il ‘ 47.

Claudio Magris s’è espresso sul tema per il Corriere della Sera. Ha ragione su alcuni punti. Ad esempio sull’esame delle motivazioni delle truppe jugoslave a compiere una brutale pulizia etnica a danno della popolazione italiana: si trattava di favorire l’annessione di Trieste alla Jugoslavia.

Anche sul risentimento delle popolazioni jugoslave, soprattutto slovene e croate, per i modi dell’occupazione bellica da parte italiana. Magris sbaglia, a mio giudizio, sulla condotta di Sinistra e Destra italiane dinanzi a questo immane crimine.

La Sinistra. Pur riconoscendo l’onestà di alcuni esponenti della Sinistra italiana, nel corso degli anni ‘ 90, non si può assolvere quest’ultima di fronte a un silenzio saturo di vergogna e indiretta complicità. Il nulla editoriale, il nulla didattico, il nulla audiotelevisivo.

 

No. Gli scritti passati di Magris sulle Foibe, evidentemente, non sono riusciti a scuotere le coscienze della Sinistra. È vero: notevole è stato Stelio Spadaro, segretario del Pds a Trieste, nel ‘ 96, che per primo ha riconosciuto la gravità di quegli eccidi e i colpevoli silenzi della Sinistra; apprezzabile, oggi, il sindaco di Roma Walter Veltroni, andato a inginocchiarsi a Basovizza. Ma come dimenticare l’indifferenza di oltre 40 anni? Oltretutto vi sono sempre autorevoli docenti di cultura slovena che negano l’esistenza di un problema storico- morale legato alle Foibe. Un silenzio durato troppo a lungo La Destra. L’avvento della Destra al potere risale a pochi anni fa. Nel corso degli ultimi 10 anni, infatti, la Destra ha concentrato le sue forze per attuare una sorta di revisionismo storico, sulla base di studi di storici scientificamente rispettati ( Renzo De Felice sopra a tutti).

La questione delle foibe e il dramma connesso – lo sradicamento delle popolazioni italiane dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia – ha attirato le preoccupazioni della Destra, in vista di un pubblico riconoscimento di questa tragedia. Perché allora Magris, da quel grande intellettuale che è, si lascia tentare dal diritto di offenderla? Che senso ha, salvo la volontà di ingiuriare, alludere a quaquaraquà e allo starnazzare? Certo, i giovani politici della Destra non hanno l’anzianità divulgativa di chi li irride. Resta il fatto che chi ha agito sono proprio loro. Se le coscienze si sono svegliate, se la vasta divulgazione è stata avviata, se una giornata di lutto e meditazione è stata creata, lo si deve alla Destra che, per impreparata o emotiva che sia, ha compiuto una preziosa e corretta revisione.

Ma ecco, siamo al 10 febbraio. Nella Giornata del Ricordo, credo che l’Italia debba essere percorsa da un grande abbraccio. Le accuse fra Destra e Sinistra devono lasciare il posto al rispettoso silenzio di chi piange, con grande ritardo, queste migliaia di desaparecidos italiani, che all’alba di una mattina di primavera del ‘ 45, hanno conosciuto l’orrido delle Foibe in forza di una volontà straniera. A questo dovrebbe associarsi un auspicio morale: se la Chiesa ha chiesto scusa per gli eccessi del cattolicesimo nei secoli passati, se il Cancelliere Helmut Kohl è andato a Gerusalemme a chiedere scusa per l’Olocausto, sarebbe il caso che gli eredi politici di Tito – a Lubiana, Zagabria e Belgrado – riconoscano la responsabilità delle Foibe e presentino postume scuse al popolo italiano. La prossima visita del ministro Gianfranco Fini a Lubiana potrebbe essere una buona occasione.

* Docente di Storia dei Trattati e Politica Internazionale Università di

Trieste

Libero 10/2/2005