Era stato chiesto a suo tempo dal Comitato 10 febbraio di ricordare anche a Monfalcone la tragedia delle Foibe e di onorare le vittime di quella orribile sequenza di crimini compiuti a partire dal 8 settembre 1943 e ben oltre la conclusione della seconda guerra mondiale. Assieme al ricordo dei nostri morti si chiedeva anche una presa di posizione del nostro Comune nei confronti dell’esodo coatto che ha segnato la fine della cultura Istriana in una diaspora di cui Monfalcone ha potuto fare l’esperienza diretta , accogliendo in vari rioni un gran numero di esuli.
Dopo varie schermaglie tra il Comitato e Comune alla fine si era arrivati ad un diniego da parte dell’Amministrazione di sinistra con motivazioni prive di fondamento e sostanzialmente espressione di posizioni ideologiche, come ha fatto onestamente trasparire una dichiarazione del rappresentante cittadino di Rifondazione comunista Saullo che ha affermato, che “è stata effettuata una riflessione e si è convenuto che una Amministrazione di Centro-sinistra non può non avere una posizione critica di fronte a questo tipo iniziativa”. Alla fine la montagna ha partorito il topolino e l’amministrazione, utilizzando il pensiero di un ex Presidente della Repubblica, ha così pensato di formulare il contenuto della targa in ricordo delle vittime delle foibe: “ tanta efferatezza fu la tragica conseguenza delle ideologie nazionalistiche e razziste propagate dai regimi dittatoriali responsabili del secondo conflitto mondiale e dei drammi che ne seguirono. E’giunto il momento che i ricordi ragionati prendano il posto dei rancori esasperati”.
E’ evidente che questo testo, che il Comune intendeva utilizzare ai fini di per un formale riferimento alla tragedia delle foibe , o nasce da ignoranza storico-politica o da malafede. Nel primo caso affermare che il crimine delle foibe, che noi abbiamo conosciuto qui in queste terre, sia conseguenza delle’ideologie nazionalistiche e razziste, cioè conseguenza del nazismo e del fascismo,occulta il fatto che la Yugoslavia di Tito era innanzitutto comunista e che il nazionalismo esasperato e il razzismo furono espressione di una politica di espansione, che in un primo momento prevedeva la conquista del territorio italiano fino al fiume Tagliamento , successivamente all’Isonzo per, poi accontentarsi di mangiarsi Istria e la Dalmazia .
Per quanto riguarda la malafede va messa in luce l’ipocrita aggrapparsi a ragioni politiche, che nasconde esigenze di equilibrio tra i moderati di sinistra e sinistra radicale alla quale, ovviamente, questa targa non piace per niente. Fa sorridere poi il finalino predicatorio, la mediocre omelia dell’ ex Presidente della Repubblica , : “E’giunto il momento che i ricordi ragionati prendano il posto dei rancori esasperati”.
L’esigenza della targa nascerebbe dunque da rancori esasperati in luogo di ricordi ragionati? Ma come ?Voi accusate di fatto il Comitato 10 febbraio di rancori esasperati di fronte alla richiesta di un semplice segno che renda finalmente giustizia a dei poveri cristi finiti in quelle cavità orrende per mano di quel comunismo che è stato condannato dalla storia. In un Paese come il nostro, dove un giorno si e uno no, si ricordano le vittime di qualsiasi efferatezza specialmente nazi-fascista, e non si ha paura di apporre targhe commemorative del sacrificio di tanti nostri concittadini, non si vede perché non si debbano ricordare con termini appropriati, corrispondenti alla verità storica, questi nostri compatrioti, spesso estranei alla politica , che avevano il solo torto di essere italiani o di essere dei santi sacerdoti come don Bonifacio, recentemente beatificato dalla Chiesa Tergestina. A questo punto qualsiasi tentativo frettoloso di cambiare le carte in tavola con una specie di ridicolo bianchetto sulla targa precedente , risulterebbe poco serio e decisamente offensivo degli assassinati che devono essere oggetto di rispettosa memoria. Tenuto conto anche di una eventuale proposta di un cambiamento del testo e in considerazione che la Giornata de ricordo dei Martiri delle foibe è per legge il 10 febbraio , appare di tutta evidenza che non si deve cadere in una frettolosità sospetta , che mescola razzismo, intolleranza, xenofobia , con la vicenda del tutto specifica del massacro orrendo di tanti italiani , ed altresi di tanti sloveni , che non si riconoscevano nel “sol dell’ Avvenir comunista”. Le vittime delle foibe come è stato accertato dall’autorità a seguito di rigorose ricerche furono anche slovene a dimostrazione che, oltre alla pulizia etnica anti italiana agì anche l’odio nei confronti di quanti non si erano intruppati nell’ideologia di Tito . Mi auguro , comunque,che l’amministrazione comunale di Monfalcone voglia attentamente e rispettosamente ascoltare le parti sociali, l’Unione degli Istriani e i rappresentanti delle famiglie che hanno dovuto vivere fino a questo punto della storia la sofferenza di un oblio opportunistico e vile, che ha occultato per oltre mezzo secolo una pagina sanguinosa dell’ideologia rossa. Sarà un punto di merito apporre finalmente, con parole non reticenti e sostanzialmente conformi a verità, un segno di civile e rispettosa riparazione, di cui, tutti noi, anche a Monfalcone abbiamo quasi una fisica consapevolezza e un esigenza insopprimibile.
Dott.Marco Martinolli
Presidente della Lega Nazionale Sez. di Monfalcone