A LUBIANA COME A TRIESTE NO AI MONUMENTI TITINI
L’avv. Paolo Sardos Albertini, Presidente della Lega Nazionale, nella conferenza stampa indetta il giorno 26 marzo u.s., ha rilevato come – secondo quanto reso noto da “La Voce del Popolo” di Fiume – il premier sloveno Janez Jansa abbia recentemente chiesto la rimozione, in Slovenia, di monumenti e intitolazioni a Tito e a Kardelj e ciò in quanto “erano tra i fautori principali delle esecuzioni sommarie sul territorio sloveno dopo la fine della seconda guerra mondiale”.
Il Presidente della Lega ha sottolineato come la richiesta di Jansa risulti perfettamente analoga a quella rivolta recentemente dalla Lega Nazionale alle amministrazioni locali: via dal territorio triestino targhe, iscrizioni o intitolazioni che esaltino l’operato dei criminali di Tito.
Tale significativa convergenza è una conferma ulteriore di quanto Sardos Albertini da tempo va sottolineando: italiani e sloveni (ma il discorso vale anche per i croati) sono stati tutti vittime della stessa identica violenza degli uomini con la stella rossa del maresciallo Tito.
Proprio la consapevolezza di tale comune sventura può e deve costituire premessa ideale per costruire, nel futuro, rapporti positivi tra tali etnie.
L’avv. Sardos ha inoltre rilevato che l’attuale presidente sloveno Danilo Turk , proprio a seguito della richiesta di Jansa si è richiamato a supposti meriti storici di Tito nei confronti della Slovenia. In realtà va ricordato che , proprio a causa dell’azione titoista , il popolo sloveno si è trovato per oltre 45 anni soggetto al giogo jugoslavo. Solo nel 1991, e a prezzo di una guerra di indipendenza , le genti di Slovenia hanno potuto liberarsi da questo giogo e dar vita all’attuale Repubblica di Slovenia, libera e indipendente.
Non è un caso che proprio il presidente Turk , la cui storia politica non è certo di contestazione nei confronti del titoismo, manifesti questo tipo di posizione. Ma i nostalgici di Tito, del comunismo, della Jugoslavia, devono ricordare che Tito è morto, il comunismo è morto, la Jugoslavia è morta. La loro è solo una solo patetica necrofilia politica.
A conclusione, il Presidente della Lega Nazionale ha auspicato che le Amministrazioni cui si è rivolto diano seguito alla sua richiesta nella consapevolezza che essa risponde ad una esigenza di rispetto e di giustizia verso le vittime e i loro familiari; esigenza che riguarda tanto gli italiani che gli sloveni.
Si dà pubblicazione , inoltre, degli articoli apparsi su “La Voce del Popolo” di Fiume:
Da “La Voce del Popolo” , Fiume – 17 marzo 2009
L’EX PREMIER SLOVENO JANEZ JANŠA
“RIMUOVERE I MONUMENTI A TITO, KARDELJ E KIDRIC
Lubiana – L’ex premier sloveno Janez Janša ha proposto di rimuovere il monumento a Jozip Broz Tito, ma anche ai leader comunisti Edward Kardelj e Boris Kidric, i quali “erano tra i fautori principali” delle esecuzioni sommarie sul territorio sloveno dopo la fine della seconda guerra mondiale. Janša basa le sue asserzioni su un documento inviato a Kidric (all’epoca presidente del governo repubblicano sloveno) da Kardelj, che nel 1945 si trovava a Belgrado. Nella missiva, Kardelj avvertiva che era necessario “pulire con tempestività” perché stava per giungere l’amnistia per i prigionieri di guerra e per i civili arrestati. Janša perciò ha proposto che il parlamento sloveno emetta una Dichiarazione di sette punti sulla riappacificazione in cui dovrebbe figurare che l’occupazione durante le guerra era la fonte di tutti i mali e che la resistenza era giustificata. Però questa era stata monopolizzata dai comunisti, per cui l’opera di difesa dei domobrani contro i comunisti era anch’essa una lotta giusta e legittima perché si opponeva alla violenza rivoluzionaria. Janša inoltre propone che nei musei si mettano da parte i monumenti a Tito, Kardelj e Kidric e che le vie non portino più i loro nomi. Allo stesso tempo propone che a Lubiana venga innalzato un monumento a tutte le vittime slovene della storia su cui dovrebbe spiccare la scritta “Ai nostri morti”. Infine, a Lubiana dovrebbe venire costruito un ossario in cui traslare tutte le spoglie mortali delle vittime mentre verrebbe proibito per legge “inneggiare e giustificare i crimini.”
Da La Voce del Popolo 23.03.2009
LO AFFERMA DANILO TURK
“TITO HA AVUTO UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA STORIA
Lubiana – il Maresciallo Tito è stato un importante e complesso personaggio che si è riservato uno spazio di rilievo nella storia in generale, e in quella del popolo sloveno in particolare. Lo ha dichiarato il presidente sloveno , Danilo Turk, in un’intervista rilasciata dall’agenzia di stampa STA. Il tema dominante verteva sulla politica interna e sui rapporti con la Croazia, dove Turk ha trovato spazio per non appoggiare la proposta di rinominare le vie che portano il nome di Tito e si è impegnato a innalzare monumenti a tutti gli sloveni morti, cui renderanno omaggio anche i cittadini stranieri.
Riferendosi ai rapporti con la Croazia, il presidente sloveno ha valutato che “non sono buoni e bisognerebbe fare molto per migliorarli”, aggiungendo che in questo momento “c’è troppa diplomazia “gridata”, vengono usati troppi termini che nuocciono ai buoni rapporti”. Turk ha criticato anche la parte croata, in cui osserva “l’uso di termini e di un gergo che lede i rapporti, anche tra i rappresentanti più alti”.