Voglio testimoniare perché c’ero.
Voglio testimoniare perché sono figlio di esuli Istriani che hanno perso tutto, senza alcuna colpa se non quella di amare l’Italia.
Posso testimoniare perché ho sempre rispettato gli Sloveni e la loro minoranza presente in Italia.
Posso testimoniare perché ho sempre rispettato chi è morto per un ideale anche se diverso dal mio.
Amara tristezza è il sentimento che da sabato 28 febbraio 2009 accompagna i miei pensieri.
Rivivo la ritrosia dei miei “vecchi” nel ricordare quanto accaduto alla fine della guerra.
Preferivano sempre raccontarmi dei loro giochi, gli scherzi e di quanto bella e libera fosse stata l’infanzia l’adolescenza e la maturità vissuta in Istria.
Le mie insistenze per saperne di più cozzavano, contro la loro volontà di rimuovere un passato che aveva provocato ferite profonde che non si sarebbero mai rimarginate.
Forse proprio i loro silenzi e la loro profonda tristezza è riuscita a farmi tanto amare le mie radici e le terre perdute, loro Patria.
I terribili fatti di sabato scorso riportano l’orologio della storia indietro di oltre mezzo secolo.
Ho potuto leggere il terrore negli occhi di tanti esuli ottantenni nel rivivere i giorni della mattanza titina e della pulizia etnica protrattasi negli anni.
Quei simboli, quelle grida oltraggiose, gli insulti, gli sputi alle spalle, i bastoni, le facce rubizze piene di odio, gli spintoni, gli slogan urlati al megafono….. realtà, incubo o il set di un film?
Tutto questo alla faccia dei settant’anni di autocritica Italiana sulle colpe del fascismo e sul male assoluto.
Oggi la Slovenia è in Europa.
Il Trattato di Osimo, per me sciagurato, ha messo la pietra tombale su qualsiasi tipo di rivendicazione. La minoranza Slovena in Italia è forse la più tutelata e finanziata del mondo.
Per contro la minoranza Italiana in Slovenia a malapena sopravvive.
Quasi 10.000 km quadrati di terre Italiane sono state cedute.
Decine di migliaia di persone innocenti sono state barbaramente torturate, infoibate, annegate o giustiziate.
Per 60 anni tutti questi morti e le sofferenze di quelli cacciati dalle proprie case sono rimaste nelle penne di chi ha scritto una storia a senso unico.
Ancora oggi esiste una sorta di censura di negazionismo e di intimidazione verso chi da una parte e dall’altra del confine cerca la verità.
Debbo ricordare i 100.000 Istriani Fiumani e Dalmati cacciati dalle loro terre ed accolti a Trieste.
Debbo ricordare i 250.000 Istriani Fiumani e Dalmati cacciati dalle loro terre e sparpagliati nel resto d’Italia e del mondo.
Grido la mia rabbia contro gli Italiani che, nelle stazioni attraversate dai vagoni carichi di esuli terrorizzati e smarriti, inveivano contro i propri fratelli.
Grido la mia rabbia contro chi a fine guerra ha eliminato centinaia di migliaia di Sloveni, Croati, Bosniaci, Montenegrini e Serbi perché non comunisti.
Grido la mia rabbia contro chi in seguito ad un cambio di strategia politica pianificava e perpetrava in Dalmazia sull’Isola Calva ( Goli Otok ) il massacro di migliaia di comunisti Italiani che avevano creduto in Tito e nel suo comunismo.
La nuova dottrina di comodo. Non allinearti e prendi tutto
Anche tutto questo è male assoluto.
Non ci sono già stati morti a sufficienza ?.
Non c’è stato già abbastanza odio e dolore da una parte e dall’altra del confine.
Non basta che la Slovenia sia il più grande cimitero dei senza nome in Europa.
La manifestazione anti Italiana di sabato scorso è un fatto inqualificabile.
Si tratta di un’ azione che ha avuto sicuramente una regia ed è stato resa possibile dalla tolleranza delle autorità e delle istituzioni Slovene.
Chi ha vestito quei bambini da partigiani titini?
Chi ha consigliato di portare bastoni e sbarre di ferro.
Chi ha sfregiato il tricolore con quel simbolo che per i Giuliani e per gli esuli significa terrore morte e sofferenza.
Chi ha coordinato, organizzato e fomentato quell’accozzaglia di “avvinazzati pseudo partigiani titini comparsa” istigandoli allo scontro fisico contro pericolose settantenni o claudicanti ottantenni.
Queste domande devono trovare una puntuale risposta sia dalla politica che dalle forze di polizia Italiane e Slovene.
Mi appello al Sindaco e a tutto il Consiglio Comunale affinché ognuno di noi condanni e si attivi secondo la propria coscienza per far si che episodi simili, non siano più possibili.
Andrea Pellarini Socio Lega Nazionale e Consigliere Comunale A.N. Comune di Trieste
intervento al Consiglio Comunale di Trieste in data 2.3.2009 a seguito dei fatti accaduti presso la foiba di Corgnale sabato 28.2.2009