Discorso del Verdi di Stefano Pilotto #lega130

Discorso del Verdi (Stefano Pilotto, venerdì 5 novembre 2021)

Gentili Signore e Signori buonasera!

A nome del Presidente della Lega Nazionale, Avvocato Paolo Sardos Albertini, della Giunta di Presidenza, di tutta l’Associazione e dei Soci della Lega Nazionale desideriamo darvi un caloroso benvenuto in uno dei più bei teatri d’Italia: il Teatro Giuseppe Verdi di Trieste.

Siamo qui insieme per festeggiare i 130 anni della Lega Nazionale. Che cos’è la Lega Nazionale? Perché è opportuno, dopo 130 anni, riunirsi nella nostra città per ricordare il valore di questa Associazione e quanto ha fatto nel corso di più di un secolo di storia? La Lega Nazionale affonda le sue radici in quel periodo storico straordinario che fu il periodo dell’Irredentismo e del Risorgimento italiano, il nostro Risorgimento, che abbracciò quasi tutto il XIX secolo e che raggiunse degli obiettivi eccezionali, uno sopra a tutti, quello di dare una Patria agli italiani.

Il concetto romantico di Nazione si era sviluppato durante il XIX secolo ed aveva permesso a molti cittadini d’Europa di perseguire questo grande obiettivo, vale a dire quello di creare uno Stato all’interno del quale potessero vivere tutti i cittadini che avevano la stessa cultura e che parlavano la stessa lingua. Questo concetto romantico di Nazione si sviluppò e l’Italia riuscì a creare un proprio stato, il 17 marzo del 1861. Però mancavano ancora alcune regioni: nel 1866 Venezia entrò a far parte del Regno d’Italia, nel 1870 Roma, ma mancavano ancora certi territori e nel 1877 Matteo Imbriani coniò l’espressione “Terre Irredente”. Mancavano le Terre Irredente, quei territori che erano ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico e che però erano popolati da cittadini di lingua e di cultura italiana. E, pertanto, si voleva, si desiderava che questi territori potessero un giorno entrare a far parte del Regno d’Italia.

L’Irredentismo visse momenti difficili, di alti e bassi, anche perché il 20 maggio del 1882 il governo italiano della Sinistra Storica decise di firmare il Trattato della Triplice Alleanza, di avvicinarsi all’Austria-Ungheria e alla Germania. Sarebbe stato molto più difficile chiedere come alleati all’Austria-Ungheria di cederci dei territori che noi aspettavamo. Ma l’Irredentismo non morì, anzi, proprio nella nostra città, sette mesi dopo, il 20 dicembre 1882, il sacrificio di Guglielmo Oberdan ricordò a tutti gli italiani quali dovevano essere ancora i traguardi da raggiungere e con quanta tenacia gli italiani avrebbero dovuto continuare ad intraprendere questo cammino.

La Lega Nazionale nacque nel 1891 dopo lo scioglimento di un’altra importante associazione, che era l’Associazione Pro Patria, e iniziò così il suo percorso: un percorso difficile, un percorso pieno di insidie e di minacce, poiché si doveva tutelare la lingua e la cultura italiana all’interno di uno stato (lo stato asburgico) che non aveva certo favorito l’espressione della lingua e della cultura italiana in molti momenti. E pertanto la Lega Nazionale entrò in gioco e l’obiettivo che fissò davanti ai propri occhi fu quello dell’educazione dell’infanzia, dei giovani: si trattava di tutelare la lingua e la cultura italiana attraverso la trasmissione della cultura. E allora questa sera, prima di dare spazio alla magia della musica – siamo in un teatro! – vogliamo rapidamente ricordare quale fu l’azione decisiva di un Presidente carismatico della Lega Nazionale, che fu Riccardo Pitteri. E rileggeremo alcune brevi parole di Riccardo Pitteri per capire come egli concepì l’azione della Lega Nazionale, che, a dispetto del nome, non fu mai un’associazione nazionalista, espansionista, violenta. Fu un’associazione votata alla pace e al consolidamento dell’amor di patria. E allora insieme andiamo rapidamente a percorrere questi discorsi di Riccardo Pitteri per cercare di capire insieme come egli la concepì e come ancora oggi viene concepita e quale è stato ovviamente il carattere prezioso della sua azione anche durante tutto l’arco, poi, del Novecento, dopo la prima redenzione di queste terre, all’indomani della prima guerra mondiale, e dopo la seconda redenzione, quella del 1954, dopo quindi il ritorno di Trieste all’Italia. Proprio oggi, 5 novembre, sono stati onorati i sei caduti davanti alla chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, i sei caduti del 5 novembre 1953, quelli furono gli ultimi martiri del Risorgimento italiano. E non caddero invano, perché dopo quel sacrificio le grandi potenze capirono che Trieste voleva essere italiana e che bisognava chiudere la questione: si arrivò al 26 ottobre del 1954, quando il tricolore d’Italia ritornò a Trieste.

Ma adesso rapidamente rivolgiamoci all’inizio del secolo: Riccardo Pitteri fu Presidente nei primi anni del Novecento, fino più o meno alla prima guerra mondiale, fu il Direttore della Sezione Adriatica e più volte Presidente (si alternavano i Presidenti tra la sede di Trento e quella di Trieste, perché Trento e Trieste erano le Terre Irredente, quindi gli obiettivi della politica estera italiana…). E quando egli al Congresso di Arco, nel 1900, accettò l’incarico della Presidenza, iniziò il suo discorso dicendo: Tremo accettando, grato, l’alto ufficio che la benevolenza vostra oggi mi dà. “Tremo”, che bella questa parola! “Tremo”, perché egli sentiva quanto importante fosse la missione e quanto questa potesse confortare la sua motivazione di patriota. Allora la Lega possedeva nella Venezia Giulia 7 scuole e 6 asili; nel 1912 aveva 27 scuole, 21 asili e 2 ricreatori: questi furono gli strumenti dell’azione pacata, tenace ed efficace della Lega Nazionale nel periodo in cui poté operare, fino agli anni poi successivi alla prima guerra mondiale. Poi, alla vigilia della prima guerra mondiale possedeva già ben 74 istituti scolastici propri e ben 153 biblioteche sociali. Quindi vedete come, nel periodo di Riccardo Pitteri, in realtà, l’azione della Lega Nazionale si estese in modo estremamente convincente.

Vediamo come egli iniziò il suo discorso di Trieste, il 29 giugno del 1902; interessanti sono le scelte delle parole di Pitteri: Saluto, a nome della Direzione centrale, il magnifico podestà di Trieste italiana, felice auspicio; saluto il Comitato delle Signore, le quali al fior della patria danno il profumo della gentilezza; saluto i fratelli che da’ monti, dalle pianure e dal mare recano i palpiti di tanti cuori fusi in un unico affetto; saluto le associazioni, le rappresentanze e la stampa, che con noi sì nobilmente consentono; e da tale generoso concorso traggo, esultando, non fallace speranza per l’avvenire. E qui poi egli entrò nella funzione della Lega Nazionale: La Lega Nazionale è un’operaia che lavora per la sua casa e per la sua famiglia, modesta e pacifica e, grazie a Dio, ancora sana e robusta. Nata nel popolo, col popolo vissuta, dal popolo nutrita, al popolo restituisce, come può, il beneficio: ne educa i figli e li conserva italiani. (…) L’intelletto italiano, che ne’ regni della scienza e dell’arte sempre creò e non mai nulla distrusse, ha compartito, con prodigalità di esuberante opulenza, per ogni dove e in ogni tempo i tesori per cui la umana gente si affanna: la bellezza, la sapienza e la libertà. Questi tre pilastri, che avrebbero accompagnato durante tutti i suoi 130 anni l’opera della Lega Nazionale! Non c’è sulla terra palagio, biblioteca, museo, scuola, tribunale o chiesa ove non rifulgano gemine di pensiero italiano. Il pensiero ha messo il frontespizio al volume della storia, ha scritto il libro della civiltà, cui le altre nazioni han commentato e studiato. Ha svelato cieli e terre con Galileo e Colombo, leggi fisiche e morali con Leonardo e il Machiavelli, ha descritto fondo all’universo con la divina trilogia di Dante, ha ripreso il primato con Giuseppe Verdi. (…) La federazione nostra sa di qual ceppo ella è ramo, si affatica, piccola ma volonterosa, umile ma perseverante, a serbarne incorrotti i rampolli. L’opera nostra è di pace; nella pace sta la saggezza: l’olivo è sacro a Minerva. La meta è la difesa civile: vogliamo conservare il nostro, non usurpare l’altrui. Ecco quindi la funzione della Lega Nazionale, una funzione pacifica, che non vuole invadere quelle che sono le altre culture, usurpare gli spazi che appartengono agli altri. Vuole semplicemente coltivare e consolidare i propri valori, la propria cultura e la propria civiltà. E perché sappiamo che l’idioma è la eredità autoctona, il patrimonio intellettuale, l’anima delle nazioni, a custodirlo incontaminato diamo tutte le forze, con franchezza legittima e con urbanità serena, che ci suggerisce armi cortesi. Non tentiamo di spargere la discordia fra gli avversari per indebolirli, non insidiamo, usando lingua straniera, la lingua degli stranieri. (…) Con noi sta il decoro che non ischiamazza né insulta: sta la moderazione previdente che nel lecito cerca di raggiungere il possibile; sta la pazienza, la pazienza di Nicolò Tommaseo, che insegna a soffrire il dolore, ma che non insegna a soffrire l’oltraggio. Non egoismi dunque, non rivalità, non repugnanza di partecipazione all’età nuova che si spiana al suo naturale livello; ma desiderio vivo di concordia e di amore, costanza tenace di salvare immutato quello che non deve mutare; il carattere nazionale del cittadino nella famiglia, della famiglia nella patria.

Queste parole di Riccardo Pitteri hanno permeato più di una generazione di italiani, in particolare gli italiani della Venezia Giulia, dell’Istria, del Quarnero, della Dalmazia, del Trentino, gli italiani che attendevano con trepidazione il ricongiungimento con la madrepatria. In una comunicazione molto interessante del 1911 Riccardo Pitteri scrisse: La Lega Nazionale come madre avveduta e prudente, non lusinga con promesse né con minacce costringe, ma con semplicità e sincerità convince. Da essa non è mai uscita una sola parola di odio e sono uscite sempre mille parole d’amore… Ecco perchè il titolo di questa serata viene ripreso da questa frase importante di Riccardo Pitteri e vi è una trasposizione fra il λόγος (la parola) e la musica e questa sera il titolo è “Mille note d’amore”.

Concludiamo con una riflessione su un verso interessantissimo che scrisse Riccardo Pitteri in una poesia dedicata al Ricreatorio di San Giacomo che oggi porta il nome di Pitteri e che fu uno dei primi ricreatori nati per effetto dell’azione della Lega Nazionale. Pensiamo a quanto importante fu l’attività didattica, ma anche sportiva e sociale dei ricreatori e ancora oggi i ricreatori comunali di Trieste, così come le scuole triestine, portano i nomi dei grandi irredenti, di coloro che sacrificarono la vita durante la prima guerra mondiale per l’italianità di queste terre: Brunner, Corsi, Stuparich, … tutti questi nomi che dentro di noi tutti hanno un effetto importante e talvolta anche estremamente motivante! Ne L’Opera della Lega nel Ricreatorio Riccardo Pitteri concluse con questi versi:

La Lega con civil verbo leale
Stringe le forze sparte e unisce i cuori
Nell’alta poesia dell’ideale.

Questo, Signore e Signori, nella città di Trieste, il 5 novembre del 2021, a 130 anni di esistenza della Lega Nazionale vuole esser ricordato a voi tutti, affinchè siate consapevoli dell’importanza di questa serata. Grazie.