IL DISCORSO INTEGRALE DEL PRESIDENTE DELLA LEGA NAZIONALE PER LA CERIMONIA SOLENNE DEL GIORNO DEL RICORDO
Lo scorso 10 febbraio, nel mio intervento al Sacrario di Basovizza, mi ero richiamato alla scelta della Chiesa Cattolica di portare all'onore degli altari tre giovani beati di queste terre, l'italiano Francesco Bonifacio, lo sloveno Lojze Grozde ed il croato Miroslav Bulesic, tutti e tre assassinati dagli uomini di Tito, tutti e tre martiri , tutti e tre testimoni della barbarie criminale del Comunismo.
Avevo auspicato che, proprio nel ricordo di quei tre martiri, si renda onore, alla Foiba di Basovizza, non solo agli Italiani, ma anche a quanti altri, Sloveni ed Croati, avevano parimente subito la violenza ideologica della Rivoluzione titoista.
Concludevo testualmente: «Se a questo ricordo comune riterranno di partecipare anche autorità istituzionali delle vicine Repubbliche ben venga.»
Lo scorso 13 luglio la visita al Sacrario di Basovizza di due capi di stato, quello italiano e quello sloveno, ha dato realizzazione, parziale, a quell'auspicio.
Quella visita si è collocata appunto nel segno di ricordare, qui a questo Sacrario, la tragedia vissuta dai due popoli, italiano e sloveno.
Tragedia, peraltro, in comune anche con il popolo croato.
Da ciò l'auspicio – condiviso dal Sindaco Roberto Di Piazza – di una presenza futura, a questa Foiba, anche di rappresentanti istituzionali della Repubblica di Croazia.
Perchè – va ribadito con forza – tutti gli uomini (e le tante donne) assassinati in quel tragico contesto dagli uomini con la stella rossa, certamente le migliaia di Italiani, ma anche quanti di altra nazionalità, tutti (senza discriminazioni di sorta) hanno parimenti diritto di essere ricordati con un unico sentimento di pietà, pietà umana, pietà cristiana.
E proprio la consapevolezza di questa comune tragedia sarà anche la risposta più adeguata a quegli storici, o sedicenti tali, che continuano ad accampare le più svariate argomentazioni pur di non riconoscere la verità vera: la responsabilità della tragedia delle foibe e dell'esodo grava tutta sul Comunismo, quello di Josip Broz e dei suoi assassini con la stella rossa.
Le loro vittime, centinaia di migliaia, non erano «nemici del popolo», bensì «martiri», testimoni della barbarie criminale della rivoluzione comunista: così come i Polacchi delle fosse di Katyn, come i ragazzi ungheresi di Budapest del '56, come i giovani cinesi di piazza Tienanmen.
Sacrario della Foiba di Basovizza, 10 febbraio 2021
Paolo Sardos Albertini
Presidente della Lega Nazionale e del Comitato per i Martiri delle Foibe