CASO BALKAN A TRIESTE, IL PRESIDENTE LACOTA: “LA “RESTITUZIONE” È IN REALTÀ UN ENORME ATTO DI GENEROSITÀ, E UN PAESE CON UN MINIMO DI DIGNITÀ PRETENDEREBBE L’ APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ”

Cari Amici,

se tutto va come previsto, il prossimo 13 luglio, in occasione del Centenario dell’incendio del Narodni dom di Trieste (meglio conosciuto con il nome di Hotel Balkan), il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrerà nel capoluogo giuliano l’omologo sloveno Borut Pahor, per consegnargli virtualmente le chiavi del prestigioso edificio, andato a fuoco a seguito delle proteste seguite agli incidenti di Spalato, nel 1920.

Ma la cosiddetta “restituzione” dell’immobile, già generosamente risarcito in precedenza, altro non è che un regalo ulteriore alla comunità slovena triestina, che pretende l’edificio invocando il cosiddetto “spirito di Trieste”, termine coniato dalla politica triestina a seguito del “Concerto dei Tre Presidenti” diretto dal Maestro Riccardo Muti e tenutosi a Trieste nel luglio 2014, nella piazza dell’Unità d’Italia, alla presenza dei presidenti di Italia, Slovenia e Croazia, nel 90°anniversario del citato edificio.

A tale proposito, questo pomeriggio il Presidente Massimiliano Lacota ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Quella che si vuole spacciare, in queste settimane, per una restituzione, in realtà altro non è che un’enorme atto di generosità.

Un atto che – considerato che la distruzione del Narodni dom di Trieste è stata abbondantemente risarcita – pretenderebbe, in un paese dotato di un minimo di dignità, l’applicazione del basilare principio di reciprocità.

Ciò premesso, chiediamo al Presidente Mattarella ed al Presidente Pahor: che cosa la Slovenia intende restituire alla comunità degli Esuli, posto che tutti i beni che costoro possedevano da secoli e che hanno lasciato a Capodistria, Isola e Pirano e nel Goriziano, sono stati espropriati in barba ai più elementari diritti di proprietà?”