Guardia Civica di Trieste – Appunti storici degli anni 1944/45

Un breve ricordo del più difficile e disgraziato periodo del secolo ora trascorso. Il 25 luglio 1943, il capo del governo cav. Benito Mussolini viene arrestato dal capo dello Stato, Vittorio Emanuele III°. L’8 settembre successivo il capo del Governo italiano, maresciallo Pietro Badoglio, firma l’armistizio tra gli alleati anglo-americani ed il Regio Esercito italiano e si trasferisce a Brindisi con il capo dello Stato. La penisola italiana viene così divisa: a sud, il Regno d’Italia con capitale Brindisi, a nord la Repubblica Sociale con capitale Milano e il Territorio del Litorale Adriatico con capitale Trieste. Tutta la Venezia Giulia, compreso il Friuli e buona parte della Dalmazia e della Slovenia, furono occupate dall’esercito tedesco e con la creazione del Territorio del litorale Adriatico, fu così stravolto il confine etnico e spartiacque stabilito alla fine del conflitto 1915/18.

Questa sistemazione favorì in modo determinante l’aspirazione del mondo slavo di dominare dalle Alpi Giulie al mare, la fertile e calda pianura veneta. A Trieste si verificò, ripetuto già altre volte nella storia triestina, un eccezionale episodio: la costituzione di una Guardia Civica. Questo corpo armato ebbe origine quando il Podestà di Trieste, avv. Cesare Pagnini, l’11 gennaio 1944, emise un bando al quale aderirono subito una cinquantina di ufficiali e sottufficiali del Regio esercito italiano. Questi uomini dopo un periodo di addestramento formale, fornirono la base di due battaglioni di fanteria e di due batterie contraeree. La forza complessiva dei volontari (classi dal 1920 al 1924), si aggirava sui 1600 uomini, ma furono poi reclutate anche le classi anteriori al 1920. Fu subito organizzato un servizio di ordine pubblico e dopo il bombardamento del 10 giugno 1944, la maggior parte dei militi (vigili) occupò diversi distaccamenti intorno alla città per prevenire sabotaggi ai punti strategici cittadini: ponti, gallerie, depositi vari, centrali elettriche, acquedotti, gasometri e a tutte quelle strutture valide e indispensabili per la vita dei cittadini. Un significativo episodio fu quello del cambio dato ai Carabinieri il 25/07/1944 quando la Guardia Civica occupò tutte le stazioni dell’Arma prima dell’intervento della polizia tedesca. Le autorità tedesche controllano sempre più efficacemente questa formazione armata e presero adeguati provvedimenti. Pretesero infatti che circa 200 Vigili partecipassero ai lavori di scavo di trincee a Svonecchia, località sopra Fiume, ed a Erpelle, vicino a Trieste. A tutti fu tolto il fucile e consegnato un piccone o un badile. A Natale 1944, però, tutti a casa. Nel frattempo furono arrestati e poi imprigionati in Germania,cinque ufficiali e una decina di Vigili. Ritornarono solo due ufficiali e quattro ragazzi. Dal 30 aprile al 2 maggio 1945 la Guardia Civica con il C.L.N. partecipò all’insurrezione e liberazione di Trieste, consegnando la città ad un ufficiale neozelandese, presentandosi nel municipio. In quei tre giorni perirono due Vigili e ne furono feriti e mutilati almeno otto. Durante l’occupazione jugoslava, la buona parte delle guardie civiche di Trieste, fu arrestata, infoibata o inviata ai campi di lavoro in jugoslavia dove quei ragazzi morirono di stenti. Alla fine del mese di dicembre 1945, undici vigili furono processati, condannati come criminali di guerra e fucilati. Ne abbiamo le sentenze.

Dalla costituzione della Guardia civica, ben CENTODODICI furono i suoi CADUTI e VENTOTTO i MUTILATI.

Questa in sintesi la storia della Guardia Civica di Trieste, i cui Caduti vengono solo ora ricordati con una lapide e ci parlano dopo oltre mezzo secolo con i loro esempi e le loro umanissime e struggenti testimonianze, affidandoci verità inconfutabili e preziose. Noi sopravissuti, già ottantenni consolidati, siamo certi che la Guardia Civica ha dato un deciso contributo per mantenere Trieste alla Madre Patria Italia. Dico Patria non paese.

Silvio Cargnelli