Urizio e le foibe in Friuli: non c’è stata diffamazione

Il Gip ha archiviato le accuse contro lo studioso, presidente della Lega Nazionale.

La figlia del partigiano “Sasso” riteneva che fosse stata offesa la memoria del padre

(articolo di Stefano Bizzi – Messaggero Veneto del 13 GENNAIO 2019 LINK DIRETTO ALL'ARTICOLO)

 

È stata archiviata la denuncia per diffamazione presentata dalla figlia del partigiano “Sasso” Mario Fantini nei confronti del presidente della Lega Nazionale Luca Urizio per le dichiarazioni legate alla presunta foiba di Rosazzo.

La vicenda risale al 2016, quando, in seguito alle ricerche effettuate nei fondi del ministero dell’Interno, della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero degli Affari esteri, era emerso un rapporto secondo cui nella fossa di Rosazzo «sarebbero state gettate dalle 200 alle 800 vittime della Divisione Garibaldi Natisone, sotto la guida di Mario Fantini e Giovanni Padoan».

Nonostante fosse una citazione di documenti ufficiali, Nadia Fantini aveva ritenuto che fosse stata offesa la memoria del padre e aveva querelato Urizio per diffamazione. Ora, a seguito dell’udienza del 13 dicembre scorso, il gip del Tribunale di Gorizia ha archiviato la denuncia nei confronti del presidente della Lega Nazionale in quanto «non era ravvisabile alcun intento diffamatorio, essendosi lo stesso (Urizio) limitato a pubblicare un documento autentico conservato negli archivi ministeriali».

Nel provvedimento si legge, inoltre, come le notizie riportate in tale documento «non siano state smentite, ma semplicemente non abbiano trovato integrale conferma».

Infatti, come evidenzia Alberto Tarlao, legale di Urizio, le indagini effettuate dalla Procura di Udine non hanno consentito di escludere che una o più “fosse” siano effettivamente esistite, né di stabilire con sicurezza chi fossero gli esecutori e i mandanti delle esecuzioni sommarie che ebbero luogo al termine della guerra nella zona di Rosazzo, nonché il numero delle vittime.

«Proprio in tale contesto vennero assunte numerose testimonianze che diedero conferma parziale all’esistenza delle fosse e delle esecuzioni», si legge in una nota in cui viene evidenziato come «anche grazie a questi documenti nel 2019 verranno realizzate a Gorizia, Udine e forse Monfalcone delle steli in ricordo delle vittime civili dei partigiani comunisti filo Jugoslavia».

Il provvedimento di archiviazione segue ad altri due in precedenza già pronunciati nei confronti di Luca Urizio da parte della Procura di Udine.

«Possiamo, pertanto affermare che in questi due anni Urizio è stato indagato sulla base di denunce che hanno dimostrato assoluta inconsistenza e in relazione a tali indagini osteggiato in tutti i suoi pubblici interventi», sottolinea l’avvocato Tarlao ricordando che la presidente Anpi di Gorizia, Anna Di Gianantonio, ha più volte criticato gli enti che invitavano Urizio per degli interventi pubblici, essendo lui sottoposto a indagine penale, a seguito della denuncia della figlia del partigiano “Sasso”.

Ha invece avuto successo la denuncia che Urizio, tramite lo stesso Tarlao, ha presentato nei confronti di M.P., imputato di aver diffamato il presidente della Lega Nazionale sui social definendolo, fra le altre cose, «ladro di fondi pubblici». Dopo che Urizio ha accettato di richiedere una somma minima unicamente a copertura delle spese legali, M.P. ha scritto a Urizio una lettera di scuse riconoscendo la veridicità delle sue ricerche e «ammettendo di essere andato sopra le righe».