101° anniversario della Fondazione del reparto speciale d’assalto Arditi d’Italia

Il 29 luglio si sono svolte a Capriva del Friuli, prima, e a Sdricca di Manzano, poi, le celebrazioni del 101° anniversario della Fondazione del reparto speciale d’assalto.

Dopo l’alzabandiera e il tributo degli onori ai caduti presso l’Ara degli Arditi a Capriva del Friuli, Massimiliano Ursini, paracadutista in congedo e presidente della F.N.A.I (Federazione Italiana Arditi d’Italia), anima e organizzatore dell’evento, saluta a Sdricca quanti sono giunti da varie parti d’Italia: Brescia, Monza, Ferrara, zona Piave, per citare qualche area di provenienza. Particolarmente caloroso è il benvenuto ad Angelo Scudieri, rappresentante della nuova sezione catanese di Ponte Primosole, luogo di una cruenta battaglia durante la quale gli Arditi non si risparmiarono nel contrastare l’avanzata inglese. Si ringrazia l’alpino Ilario Kila Godeassi per la pulizia e la manutenzione del luogo, la signora Rosa Caciotto, presidente della sezione arma e milizia, l’ultima ausiliaria. Assenti sebbene invitate le autorità locali.

È dal 2005 che viene ricordato ciò che accadde il 29 luglio del 1917 a Sdricca di San Giovanni di Manzano: al cospetto di Vittorio Emanuele III venne ufficialmente riconosciuto il I Reparto d’Assalto. È proprio in questi tempi particolarmente bui, spiega Ursini, in cui prevale lo sconforto generale, che bisogna reagire con rabbia per riprendersi la Patria, cosa avverabile solo attraverso la Storia, della quale gli Arditi rappresentano una pagina gloriosa. La direzione attuale, diretta verso un nuovo ordine mondiale, è la cancellazione della Storia patria, delle identità di popoli, Nazioni. In questa ottica, la commemorazione si prefissa sì l’obiettivo di onorare i caduti, ma anche di perseguire un elemento di disturbo nel progetto di globalizzazione così intesa.

Il 4 novembre sarà festeggiato il centenario della vittoria, “650.000 uomini, soldati di tutta Italia, dalla Sicilia al Friuli, al Piemonte da Genova  a Roma sono venuti a morire in queste zone sul Grappa sul Piave per questa bandiera, per l’Unità d’Italia. Ed è da quel sangue di quel sacrificio che nacque un’Italia unita nei popoli. Le riappacificazioni sono state già fatte negli anni Trenta: casomai abbiamo bisogno di un’unione di popoli, un’unione di Occidente. Dobbiamo essere orgogliosi della vittoria che ha riunito le terre alla propria Madre Patria”.

Diverse le iniziative di quest’anno: la deposizione di una corona in memoria dei caduti sul Monte San Gabriele in Slovenia, luogo della prima vittoria degli Arditi che in 45 minuti riuscirono a conquistare l’area dov’erano periti molti fanti, Moriago della Battaglia, primo luogo liberato dagli Arditi, dove il 26 e 27 ottobre si è riportato il tricolore e l’amor patrio, una celebrazione a San Pietro Mussolino in provincia di Vicenza, un incontro alla sezione di Ragusa siciliana a commemorare il X Arditi replicando la marcia di 14 km  che i soldati fecero prima d’immolarsi. Presenti nella celebrazione della marcia di Ronchi dei Legionari,. Oltre a tali manifestazioni, la F.N.A.I. si è impegnata anche nelle opere:  un campo di lavoro sul Col della Beretta (su un versante del Monte Grappa) dove sono stati posti i due cippi a ricordo del sacrificio delle due Medaglie d’oro al valore militare del IX Reparto d’Assalto “Fiamme nere” Dario Vitali e Maurizio Zancanaro, il ricordo a Ciro Scianna, perito sul Monte Asolone, con la deposizione di pietre, un tricolore e una bandiera nera degli Arditi issati su un’asta di 7 metri.

Anche in quelle occasioni, sottolinea Ursini, non erano presenti né autorità politiche né militari, ma a quanto pare queste celebrazioni non sono viste da istituzioni ed esercito come delle occasioni per unirsi al popolo. “Qui ci sono 120 medaglie d’oro, ma non bastano per essere riconosciuti. Però a noi basta il sangue versato: continueremo come da 99 anni perché questa è la nostra ultima trincea”.