Quel periodo «speciale» vissuto da Trieste
ROVIGNO | Nella magnifica cornice del Centro di ricerche storiche di Rovigno, si è tenuta nei giorni scorsi la presentazione del volume “La Lega Nazionale ai tempi del governo militare alleato. Storia del mancato coordinamento delle organizzazioni filo-italiane”, di Ivan Buttignon, ricercatore presso l’Università di Gorizia. Alla presenza dei dipendenti dell’Istituto, sono intervenuti alla conferenza il presidente della Lega Nazionale di Trieste, Paolo Sardo Albertini e il vicepresidente Adriano De Vecchi, nonché il prof. Giovanni Radossi, direttore del Crs di Rovigno.
“Il Primo maggio del 1945 è certamente una data storica per Trieste. Il giorno precedente gli uomini del Corpo Volontari della Libertà di Don Edoardo Marzari (C.L.N.) avevano liberato la città dai Tedeschi e si poteva ben credere che anche a Trieste, come nel resto d’Italia era successo il 25 aprile, si potesse finalmente festeggiare la fine della guerra con la sconfitta dei Tedeschi – ha esordito Paolo Sardos Albertini nella presentazione del volume –. In realtà ci vorranno invece ben nove anni perché venisse a cessare il regime di occupazione militare, con il ritorno della città all’Italia nel 1954. Quel 1º maggio, soprattutto, si scoprì che i ‘liberatori’ – ha puntualizzato –, se segnati dalla ‘stella rossa’, non erano certo portatori di libertà, bensì di violenza e di soprusi. Furono quei tragici 52 giorni di ‘terrore rivoluzionario comunista’ che lasciarono, sotto il segno delle foibe, una ferita drammatica nell’animo delle genti giuliane”.
“È stato, dunque, un periodo del tutto ‘speciale’ – ha aggiunto Sardos Albertini –, quello vissuto in quegli anni dalla città di Trieste, un momento storico nel quale protagonista assoluto è stata la Lega Nazionale. Il Sodalizio, già protagonista della resistenza anti asburgica – ha spiegato –, al momento della sua rinascita, nel ‘46, raccolse un’impressionante massa di adesioni: nelle tre città in discussione al tavolo di Parigi (Trieste, Pola e Gorizia) in pochi mesi furono ben trecentomila i nuovi soci della Lega Nazionale. In realtà quel ‘plebiscito’ che veniva negato dalle nazioni negoziatrici del Trattato di Pace, trovò invece espressione proprio nel fare file interminabili pur di iscriversi alla Lega Nazionale e dichiarare così la propria opzione per l’Italia. Questo protagonismo iniziale continuò ad essere attuale, lungo tutto l’arco dei nove anni del Governo Militare Alleato”.
Come raccontato dal presidente della Lega Nazionale di Trieste, è bastato un trafiletto sul quotidiano “Il Giornale” in cui la Lega Nazionale invitava a esporre il tricolore, perché il giorno dopo Trieste fosse tutta imbandierata. “Bastava un invito della Lega perché migliaia e migliaia di Triestini scendessero a manifestare in piazza o andassero ad affollare concerti – ha detto –; era sufficiente un qualsivoglia volantino della Lega, diffuso dal comitato studentesco perché si vuotassero le scuole di ogni ordine e grado”.
“Ecco perché il lavoro di Ivan Buttignon, incentrato su quel momento storico – ritiene Paolo Sardos Albertini – bene ha colto nel focalizzare l’analisi proprio sui rapporti tra il Governo Militare Alleato e la Lega Nazionale. Rapporti che lo storico Buttignon ha analizzato con tutta la accuratezza e la meticolosità della sua rigorosa professionalità. È stato, in particolare, il ricco archivio storico della Lega a venire accuratamente sviscerato e a fornire all’autore il materiale necessario. Si tratta di una ricerca oggettiva e, doverosamente, spassionata; una ricerca soprattutto estremamente esaustiva nel considerare il quadro complessivo nel quale si è articolata la dialettica G.M.A. – Lega Nazionale”.
“Il lavoro di Ivan Buttignon viene così a costituire un nuovo importante capitolo di una serie di lavori e si inserisce a pieno titolo nel novero di autori e opere autorevoli dedicati alla storia della Lega”, ha concluso Paolo Sardos Albertini alla presentazione di Rovigno.
Fonte: La Voce del Popolo, edizione del 24 maggio 2018