Un saluto a Italo Gabrielli

 

Sincere condoglianze della Lega Nazionale per la scomparsa del suo Socio Onorario.

 

Nota tratta dall’ Unione degli Istriani:

 

SCOMPARSO ITALO GABRIELLI, PRESIDENTE DELL’ UNIONE DEGLI ISTRIANI DAL 1976 AL 1981.

È scomparso ieri pomeriggio, 5 gennaio 2018, il prof. Italo Gabrielli, figura storica dell’Unione degli Istriani, di cui fu Presidente dal 1976 al 1981. Il 26 gennaio avrebbe compiuto 97 anni.

Il Presidente, la Giunta ed il Consiglio Generale della nostra Associazione sono vicini in questo triste momento alla moglie Alma Cosulich, ai figli Marco (Presidente del Consiglio Comunale di Trieste in carica), Paola, Francesco e Piero.

Di seguito pubblichiamo una succinta biografia di Gabrielli, ricavata dal sito web italogabrielli.eu.

Nella foto, Italo Gabrielli con Papa Giovanni Paolo II, nel 1983.

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Italo Gabrielli è nato da famiglie di irredentisti il 26 gennaio 1921 a Pirano d’Istria, dove visse fino al 1928, quando si trasferì con i genitori e la sorella Gabriella a San Canziano di Capodistria, essendo stato il padre Silio Gabrielli, laureato in agraria a Perugia, nominato Direttore di quella Scuola di Pratica Agricola. Conseguì la maturità classica a Capodistria presso il Liceo-Ginnasio Carlo Combi nel 1939 e nell’autunno vinse il Concorso nazionale per l’ammissione alla classe di scienze della Regia Scuola Normale Superiore di Pisa e si iscrisse in fisica a quella Regia Università. Trascorreva le lunghe vacanze scolastiche nella casetta della nonna Vittoria nella “stanzia” di Volparia di Salvore, Comune di Pirano, assieme a nove cugini coetanei.

È cattolico praticante per tradizione e per scelta personale, fedele alle origini istriane.

Fu chiamato alle armi nel gennaio 1941 e prestò trenta mesi di servizio militare, dei quali dall’aprile 1942 presso la Guardia alla Frontiera come sottotenente del Genio. L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo sorprese a Montenero d’Idria, da dove ritornò fortunosamente a casa. Qui riprese gli studi, sostenne qualche esame nel 1944 a Pisa e nell’inverno 1945 a Padova, poi insegnò matematica e fisica nel Seminario di Capodistria, operante anche per l’unita Diocesi di Trieste. Subentrata il I maggio 1945 all’occupazione tedesca quella jugoslava, nel luglio 1945 sostenne a Pisa gli ultimi esami, poi si trasferì presso parenti a Trieste, occupata dal 12 giugno dagli anglo-americani, per evitare l’arruolamento nell’esercito jugoslavo. Era l’inizio del suo esilio, supposto provvisorio. Qui fu raggiunto dalla famiglia, esiliata nel Natale 1945, e con essa si sistemò in coabitazione presso cugini. Quando i suoi si trasferirono in un piccolissimo alloggio di fortuna, dove suo padre morì nel gennaio del 1948, trovò da dormire in una stanza in affitto.

Laureato e diplomato alla Scuola Normale a Pisa nel marzo 1946, fu nominato assistente incaricato all’Istituto di Fisica presso la neonata Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trieste, dove insegnò come Professore Associato fino al 1991. Fece ricerche di ultracustica e fisica nucleare operando alternativamente in Sede, anche in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e presso vari Istituti e Laboratori, fra cui per l’ultracustica: presso quell’Istituto Nazionale di Roma del Comitato Nazionale delle Ricerche e l’istituto di Fisica di Danzica (Polonia); per la fisica nucleare: al Cern di Ginevra, al Lawrence Radiation Laboratory di Berkeley (California), nei Centri di Grenoble e Saclay (Parigi) e Legnaro (Padova). Partecipò a numerosi Congressi Scientifici in Italia, in Francia, in Belgio, in Inghilterra, in Jugoslavia, in Russia ed in Giappone. Conta un’ottantina di pubblicazioni su riviste internazionali.

Solo nel 1958 poté sistemarsi in un appartamento e sposò nel 1964 Alma Cosulich, da cui ebbe quattro figli: Marco, Paola, Francesco e Piero.

Come esule da Pirano seguì sempre attentamente le vicende della sua terra e si prodigò per difenderla. Partecipò a Trieste alle principali manifestazioni patriottiche, fra cui quelle per la Nota Tripartita del 20 marzo 1948, ai solenni funerali dei Caduti nel novembre 1953 e per il ritorno dell’Italia il 26 ottobre ed il 4 novembre 1954. Nell’autunno 1954 fu tra i fondatori dell’Unione degli Istriani, di cui fu Presidente dal 1976 al 1981, operando attivamente contro la ratifica e le conseguenze del Trattato di Osimo, che cedeva alla Jugoslavia l’ultimo angolo dell’Istria, la “Zona B” del previsto TLT.

Nell’autunno 1972 dalle pagine de “Il Piccolo” portò Tito a dichiarare che “oltre 300.000 istriani hanno lasciato l’Istria”. Fu il primo di centinaia di articoli, segnalazioni, opinioni, pareri, interventi e volantini, in difesa della verità e dei diritti degli Esuli pubblicati su vari giornali.

Fu eletto Consigliere Comunale della Lista per Trieste dal 1982 al 1988, portando il pensiero e le istanze dei suoi elettori esuli.

Nel maggio 1988, con 32 Delegati Provinciali dell’ANVGD, convenuti a Gorizia, per il suo XIII Congresso, fondò il “Gruppo Memorandum 88” di Esuli, con cui continua a chiedere ad Autorità italiane, europee e mondiali il ripristino della giustizia violata, ma finora sempre invano.

Nel 1983 fu tra i promotori della visita dei profughi Istriani al Papa Giovanni Paolo II ed in quella occasione gli consegnò i due volumi del libro di Diego de Castro “La questione di Trieste”.

Portò la famiglia con la roulotte in Istria ed in Dalmazia, per legare i figli alle proprie radici, e nel resto d’Italia, in Corsica, Austria, Germania, Svizzera, Polonia, Ungheria. Visitò con loro anche altri Paesi fra cui Francia, Stati Uniti, Spagna, Portogallo, Finlandia, Estonia, Israele e Cipro per conoscere e far conoscere altre realtà, altre ingiustizie, la dignità intransigente con cui altri popoli difendono i loro confini.

Oltre agli scritti sopra citati egli ha diffuso opuscoli stampati artigianalmente sulle vicende al confine orientale e nel 2004 ha pubblicato una sintetica storia di queste terre dal titolo “Dove l’Italia non poté tornare”.

Partecipò nel gennaio 2006 alla manifestazione, organizzata dall’Unione degli Istriani, davanti alla Sede dell’Europarlamento di Strasburgo per sensibilizzare i Parlamentari europei sui diritti violati a danno degli Esuli istriani, fiumani e dalmati.

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