97 anni or sono, l'otto agosto 1916 le truppe italiane entravano a Gorizia. Con Trento e Trieste si completava il ciclo risorgimentale della nazione. Il sogno di Mazzini, di Garibaldi e di tanti nostri connazionali si stava avverando. Finalmente l'Italia raggiungeva dopo secoli l'unità, bene prezioso e sofferto, patrimonio inalienabile per il Paese.
Il prezzo di vite umane fu altissimo; quanti e quanti oscuri soldatini sacrificarono la loro giovane vita perchè la Patria fosse una, libera indipendente.
Non vorremmo far torto a nessuno nel ricordo di quei giorni. Impossibile narrare la storia di tutti. Ma possiamo prendere come esempio di vita e di patriottismo due nostri connazionali e portarli oggi all'attenzione di una memoria collettiva.
UN SOLDATO, UN POETA: AURELIO BARUZZI, VITTORIO LOCCHI.
il soldato: Aurelio Baruzzi nato a Lugo di Romagna il 9 gennaio 1897, veniva decorato nella campagna 1915 – 1918 con due medaglie di bronzo e della croce di guerra ( Podgora 1915 – Piave 1918. ) Di lui si ricorda un' azione compiuta con grande ardimento, allorchè alla periferia di Piedimonte imboccando il sottopassaggio a lui oggi dedicato, assieme ad una pattuglia di soldati , giocando di sorpresa ,fece prigionieri più di 200 austriaci compresi i loro ufficiali. E, subito dopo, era martedì 8 agosto 1916, il diciannovenne sottotenente romano, piantava per primo il tricolore d' Italia sulla stazione ferroviaria
di Gorizia a compimento di un sogno atteso da 14 mesi nelle trincee. E il settembre successivo, sul campo d'aviazione di Medeuzza, gli veniva conferita per tale azione da parte del comandante della Terza Armata Emanuele Filiberto duca d' Aosta, la medaglia d'oro al valor militare.
Baruzzi deceduto in veneranda età, ritornerà tutti gli anni nella nostra Gorizia che gli conferì nel 1926 la cittadinanza onor
IL POETA: Vittorio Locchi nato a Figline Valdarno l' 8 marzo 1889.
Ancora studente aveva capeggiato le rivolte antiaustriache a Firenze. Allo scoppio della guerra partì volontario. Sul fronte affrontò più volte la morte. Fu proposto per la medaglia d'argento al valor militare che gli venne conferita postuma alla memoria. Visse direttamente nelle trincee la sesta battaglia dell' Isonzo ( 4 – 17 agosto 1916 ) battaglia che doveva portare alla redenzione di Gorizia.
Nel dramma di quei giorni compose, ispirato, di getto, direi, " LA SAGRA DI SANTA GORIZIA ". La notorietà del canto poetico fu immediato ed ebbe larghissima diffusione, portando a chi allora la lesse , consenso ed entusiasmo.
La mia generazione che ebbe negli anni successivi dell' adolescenza ad impararla a scuola , ne fu subito avvinta, partecipe.
Il Poeta esprimeva con profondo lirismo quei momenti che precedevano l'attacco prima con i pensieri dei soldati che " vedono passare nel cielo ombre e ombre di mamme, ombre di figli ombre di giorni lontani d'adolescenza " poi con l'azione allorchè per la " DODICESIMA " divisione di bronzo è l'ora. E conclude con " la città che è apparsa, apparsa a tutti nel piano nuda e pura nel sole di ferragosto, è libera, libera.
Ecco, ho voluto riportare la memoria a quei giorni lontani, di 97 anni fa attraverso il ricordo di un Soldato e di un Poeta, nell'intendimento di non dimenticare quanti allora sacrificarono la loro vita per l'unità d'Italia.
Il tempo è passato…… e tanto……..Sono terminate ormai quelle che molto appropriamente sono state definite guerre civili europee. Non ci sono più nemici. Si cerca l'unità e la fratellanza tra le genti del vecchio continente.
Ma penso che, entrando in Europa tutti noi dobbiamo conservare la nostra Storia, la nostra Memoria, la nostra Identità. Valori e ricchezze per un popolo che vuol guardare avanti, al futuro, senza dimenticare mai il suo passato, il suo cammino, e la sua civiltà.
Guido Mondolfo